Antipatia
Uno di noi.
Presa a morsi la maglietta cominciò a ronfiare per diverse ore. Alba del mattino seguente, caffé barba e bidet, un cartellino da timbrare. Infastidito, raccolse la ventiquattrore e prese la via della metro. Incianpato al secondo gradino, ruppe l’osso del collo. Neanche il tempo di far arrivare l’ambulanza.
Morto sul serio.
Mica per finta.
Uno di noi.
Del cinema anarchico.
“La Cecilia” è un film-documentario realizzato in Brasile da una comunità di migranti italiani anarchici in tempi non sospetti. Ne consiglio la visione. E lo dico mentre mi sto cagando addosso.
Del mi sono rotto.
Sono vecchio e stanco e mi sono rotto di scrivere. Scrivere ti salva il culo. Finché ancora ne hai uno.
Di ieri sera.
Di ieri sera non ricordo niente. Non è un gran problema. Guarda su Facebook.
Del pigiama.
“Oh, ragazzi, scusate veramente se mi presento in pigiama”.
Parole di una vicina di casa. In salotto tra bottiglie di grappa e limoncello.
Mi do un’occhiata addosso. Scarpe da tennis, jeans, maglia e felpa.
Il sorriso che probabilmente la conquisterà: “Oh, non ti preoccupare. Sono in pigiama anche io”.
Non la conquistai.
Del politicamente corretto
Il politicamente corretto mi fustra. Mi allarma. Mi sgomenta. Mi angoscia. Mi disgusta.
Il politicamente corretto è il main-stream che bisticcia con se stesso.
Dell’identità sessuale.
“Piacere mi chiamo XXXa, sono lesbica”
Ecchisenefrega fu la prima cosa che rimbalzò allegramente nel mio cervello. Docente di filosofia lei, della mia stessa età probabilmente, “collega” la dovrei chiamare. Ma dai dio cane, 2012 l’anno ultimo dei Maya ancora a menarcela con l’identità sessuale?! Vecchiume! Non ho mai ciucciato un cazzo ma chi può dire che non potrei farlo? Signora filosofa, la tua fidanzata me la scoperei qui davanti a te, ma il ragazzo che ti siede di fianco sarà oggetto delle mie fantasie sessuali notturne.
Della tua identità sessuale non mi frega nulla.
E della mia neanche.
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