L'ammaestratore di cobra
Uno degli aspetti positivi di un lavoro di ufficio è che quando non sei troppo impegnato puoi distrarti navigando in rete o scambiando quattro chiacchiere con amici lontani via Skype, Facebook e via dicendo.
Oggi ho sentito un ex compagno di classe che studiò anni fa con me a Pechino. Non che sia mai stato un amico o una persona con la quale uscivo regolarmente, ma più un conoscente e un compagno di sventure universitarie.
"Un pezzo che non ci si sente. Come va?", gli chiedo.
"Bene. Sto terminando il mio secondo dottorato. Nel frattempo sto facendo un tirocinio per una grande compagnia".
"Wow. Ma sei ancora a Pechnio?".
"Sì, non ti ricordi? Ci siamo sentiti qualche mese fa".
Seee, figuriamoci se mi ricordo! "Capito. Io invece di Pechino ero stanco. Ora sono a...".
"Sì, lo so, me lo hai già detto tempo fa".
Ecco. Mi sono tornate in mente tante cose. Non ho mai capito se il tipo fosse un piccolo genio, ma di sicuro era un secchione impressionante. Un topo di biblioteca. Uno troppo giovane per la classe dove era. Uno che a lezione aveva sempre la mano alzata e non dava agli altri il tempo di rispondere. Uno che prendeva sempre appunti e andava a letto presto. Uno che usciva con gli altri al massimo per fare cena assieme. Uno mai visto alle feste. Uno astemio. Ecco. Astemio. A differenza mia.
Insomma nel frattempo si è preso due dottorati. In scienze bancarie. Ricordo che quando eravamo in classe insieme faceva un master in finanza. Non conoscevo il significato di "stock market" prima di averlo come compagno di banco.
Provo a cambiare discorso, sorvolando sulla mia pessima situazione mentale e sulla mia ancor peggiore memoria. "Sai, ho sentito che anche XXXX è in attesa di fare un dottorato a Pechino".
"Sì, è in attesa di ricevere una borsa di studio. Tu sei stato il primo a fare un dottorato in una università cinese, altri hanno seguito il tuo esempio".
Oh, che belle parole. Grazie. Magari qualche merito ce l'ho anche io. O semplicemente lui e gli altri avranno pensato "Beh, se Daniele è riuscito a entrare allora ce la può fare qualsiasi imbecille". Ottima intuizione.
"Ma da chi stai facendo il tirocinio?", domando ancora. Sapete, gente della nostra età parla solo di cose tristi e noiose, tipo il lavoro, la casa, la fica.
"Per la ditta YYYYY. Spero moltissimo di entrare, è il sogno della mia vita. Ma è davvero difficile entrare".
"Che cazzo è la YYYYY".
"Cerca su Wikipedia".
Grazie. Ma che minchia di risposta è!? Ok, controllo su Wikipedia: la YYYYY è la più grande agenzia giornalistica del suo paese. Agenzia giornalistica? Io me lo immagivano in qualche compagnia di assicurazione, contabilità o di quelle che ti dicono dove buttare i tuoi risparmi...
"Complimenti. Non sapevo ti piacesse scrivere e non sapevo fossi interessato al giornalismo. Ti credevo un agente di borsa".
"Eh già. Invece sono finito a scrivere di economia cinese per il mio paese. E spero tanto di restare".
La conversazione è finita poco dopo con tanto di baci, abbracci e in bocca al lupo.
Certo, strana la vita. Questo secchionazzo con tanto di vari master e due dottorati in scienze bancarie che finisce per fare il corrispondente per la più grande agenzia stampa del suo paese, l'inviato esperto in economia cinese.
Sembra quasi una barzelletta.
Non devo disperare. Forse con il mio dottorato in sociologia cinese io posso finire Papa. O lucidatore di lampadine. O ammaestratore di cobra.
Fighissimo.
Fighissimo.
Fighissimo.
Il posto fisso è noioso. Aveva ragione Monti.
Oggi ho sentito un ex compagno di classe che studiò anni fa con me a Pechino. Non che sia mai stato un amico o una persona con la quale uscivo regolarmente, ma più un conoscente e un compagno di sventure universitarie.
"Un pezzo che non ci si sente. Come va?", gli chiedo.
"Bene. Sto terminando il mio secondo dottorato. Nel frattempo sto facendo un tirocinio per una grande compagnia".
"Wow. Ma sei ancora a Pechnio?".
"Sì, non ti ricordi? Ci siamo sentiti qualche mese fa".
Seee, figuriamoci se mi ricordo! "Capito. Io invece di Pechino ero stanco. Ora sono a...".
"Sì, lo so, me lo hai già detto tempo fa".
Ecco. Mi sono tornate in mente tante cose. Non ho mai capito se il tipo fosse un piccolo genio, ma di sicuro era un secchione impressionante. Un topo di biblioteca. Uno troppo giovane per la classe dove era. Uno che a lezione aveva sempre la mano alzata e non dava agli altri il tempo di rispondere. Uno che prendeva sempre appunti e andava a letto presto. Uno che usciva con gli altri al massimo per fare cena assieme. Uno mai visto alle feste. Uno astemio. Ecco. Astemio. A differenza mia.
Insomma nel frattempo si è preso due dottorati. In scienze bancarie. Ricordo che quando eravamo in classe insieme faceva un master in finanza. Non conoscevo il significato di "stock market" prima di averlo come compagno di banco.
Provo a cambiare discorso, sorvolando sulla mia pessima situazione mentale e sulla mia ancor peggiore memoria. "Sai, ho sentito che anche XXXX è in attesa di fare un dottorato a Pechino".
"Sì, è in attesa di ricevere una borsa di studio. Tu sei stato il primo a fare un dottorato in una università cinese, altri hanno seguito il tuo esempio".
Oh, che belle parole. Grazie. Magari qualche merito ce l'ho anche io. O semplicemente lui e gli altri avranno pensato "Beh, se Daniele è riuscito a entrare allora ce la può fare qualsiasi imbecille". Ottima intuizione.
"Ma da chi stai facendo il tirocinio?", domando ancora. Sapete, gente della nostra età parla solo di cose tristi e noiose, tipo il lavoro, la casa, la fica.
"Per la ditta YYYYY. Spero moltissimo di entrare, è il sogno della mia vita. Ma è davvero difficile entrare".
"Che cazzo è la YYYYY".
"Cerca su Wikipedia".
Grazie. Ma che minchia di risposta è!? Ok, controllo su Wikipedia: la YYYYY è la più grande agenzia giornalistica del suo paese. Agenzia giornalistica? Io me lo immagivano in qualche compagnia di assicurazione, contabilità o di quelle che ti dicono dove buttare i tuoi risparmi...
"Complimenti. Non sapevo ti piacesse scrivere e non sapevo fossi interessato al giornalismo. Ti credevo un agente di borsa".
"Eh già. Invece sono finito a scrivere di economia cinese per il mio paese. E spero tanto di restare".
La conversazione è finita poco dopo con tanto di baci, abbracci e in bocca al lupo.
Certo, strana la vita. Questo secchionazzo con tanto di vari master e due dottorati in scienze bancarie che finisce per fare il corrispondente per la più grande agenzia stampa del suo paese, l'inviato esperto in economia cinese.
Sembra quasi una barzelletta.
Non devo disperare. Forse con il mio dottorato in sociologia cinese io posso finire Papa. O lucidatore di lampadine. O ammaestratore di cobra.
Fighissimo.
Fighissimo.
Fighissimo.
Il posto fisso è noioso. Aveva ragione Monti.
4 Comments:
"...Tu sei stato il primo a fare un dottorato in una università cinese, altri hanno seguito il tuo esempio"
a mio parere sono queste le vere soddisfazioni della vita. soddisfazione perfettamente in equilibrio tra egoismo e altruismo.
un vecchio saggio, che tu conosci sicuramente meglio di me, diceva "whatever the mind can conceive it can achieve"
se diventi papa e fondi una nuova religione (già mi immagino una cosa a metà tra alcolicesimo e divanesimo..) mi converto subito!!! conosco gente di studi orientali che adesso è supermanager, gallerista, giornalista, self motivator, segretario e perfino Prof ;) anche nel tuo caso non l'avrei mai detto, c'est la vie ;)
masa
il self motivator che cazzo è? una di quelle nuove figure professionali emergenti spiegate da gente con la camicia bianca e la cravatta rossa? ma serve una laurea in cinese per fare il self motivator?
io invece ho scoperto oggi che una mia studentessa è finita a lavorare a tonga. nel bel mezzo del nulla dell'oceano pacifico. ricordo una canzone di alcuni anni fa di un gruppo punk di vicino macerata che faceva "non voglio andare alle isole di tonga senza te" e tonga rappresentava il paradiso naturale lontanissimo, idealizzato e irraggiungibile. invece una studentessa irlandese di cinese è proprio finita a tonga. anche se non ho capito bene a fare cosa. chissenefrega. la proposta è stata "se mi mandi qualche foto da tonga ti alzo il voto dell'esame".
non voglio andare alle isole di tonga senza te...
no il self motivator è tipo uno che ti sprona, ti fa credere in te stesso, però penso che a forza di convincere gli altri delle loro potenzialità poi ti perdi lei tue. Non ci vuole la laurea cinese certo, è per dire che tutto è il contrario di tutto, l'abito non fa il monaco, ne la laurea il lavoro. Però alle isole tonga ci andrei pure domani :)
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