Wednesday, June 06, 2012

Diaologo tra piazzaioli

Di solito non mangio italiano fuori dallo stivale. Così come non mangio cinese fuori dalla Cina. Ieri sera invece mi è venuta voglia di pizza. Entro in una pizzeria da asporto nella periferia di Cork, ordino una Margherita e aspetto fischiettando:

“Mamma son tanto felice
perché ritorno da te
la mia canzone ti dice
che è il più bel giorno per me.
Mamma son tanto felice
viver lontano perché?

Mamma, solo per te la mia canzone vola
mamma, sarai con me
tu non sarai più sola
quanto ti voglio bene
queste parole d’amore
che ti sospira il mio cuore
forse non si usano più.

Mamma, ma la canzone mia più bella sei tu
sei tu la vita
e per la vita non ti lascio mai più”

Mentre fischiettavo allegramente, ho ascoltato il dialogo tra i due pizzaioli di fronte a me. Entrambi giovani, dall’accento direi uno italiano, l’altro dell’est Europa. Parlavano dei ricchi, dell’ingiustizia sociale, della disoccupazione, del loro lavoro di merda, dei politici che fanno solo gli interessi dei potenti e del fatto che ci vorrebbe la rivoluzione per fare un po’ di pulizia. Resto affascinato dal loro chiacchierare, poi sento uno di loro dire “ho sentito dire da un tipo di cui mi fido perché ha studiato…”. Minchia, nella categoria “quelli che hanno studiato” rientro anche io, ma c’è poco da star allegri, più che altro provo vergogna di fronte a questi ragazzi. Se mi chiedono cosa faccio nella vita meglio rispondere “Assolutamente nulla. Non ho studiato, non so fare niente, sono un perfetto ignorante, sono disoccupato e me ne guardo bene dal cercare lavoro”.

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