Keep Ireland White? Riflessioni sull’invito a Nick Griffin
Nick Griffin. Probabilmente questo nome non vi dice niente. Tranquilli. Non dice niente neanche all’83% degli studenti intervistati qui alla University College Cork (UCC). Griffin è il presidente del BNP (British National Party), il partito fascista inglese. Uno di quelli che negano l’olocausto, celebrano gli anniversari degli attacchi incendiari ai gay bar e spedirebbero a casa tutti gli immigrati fino alla quarta generazione. Un Borghezio britannico con la serietà di un Roberto Fiore insomma.
Griffin è stato invitato dalla UCC ad una conferenza sulla libertà di parola, in programma per fine febbario. Il politico ha accettato l’invito ma la cosa ha suscitato l’imbarazzo e lo sdegno di molte organizzazioni accademiche e non. Il partito socialista, le associazioni anti fasciste, la comunità gay e quella musulmana in primis hanno chiesto il ritiro dell’invito al leader di estrema destra. E il dibattito sta continuando nelle aule del campus e sulle due principali riviste studentesche, l’Express e Motley (settimanale la prima, mensile la seconda).
Secondo un’indagine dell’Express, il 66% degli studenti (tra quelli che sanno chi sia Griffin) si dimostra favorevole ad un suo intervento. La motivazione principale è che, per quanto le sue idee siano xenofobe e folli, è giusto ed utile “conoscere il nemico” per batterlo. Dunque ben venga un suo contributo alla conferenza, tanto per capire con che razza di imbecille abbiamo a che fare.
Il fronte del no (il 29% degli studenti intervistati) motiva invece la sua scelta asserendo che il problema non è tanto dare la parola ad un coglione, quanto più il rischio che da questo ne deriva in termini di facinorosi locali. Temono, in altre parole, che la sua visita risvegli sentimenti ultranazionalisti e xenofobi tra i giovani locali, permettendo una loro riorganizzazione e fenomeni di violenza contro stranieri e gay. Aggiungono, inoltre, che Griffin non ha bisogno della UCC per dire la sua, visto che il BNP ha un sito internet e un canale TV on-line.
Io generalmente sono per dare a tutti la possibilità di esprimersi. Se non altro perché sono morte troppe persone per dare la possibilità ad altri di esprimere liberamente il loro pensiero. Resta da valutare se sia la UCC il luogo adatto. Ricordo che quando ero studente alla Sapienza di Roma, protestammo contro la visita di Putin prima e del Pontefice poi. In entrambi i casi le visite vennero annullate dagli organizzatori, perché il rischio di disordini era alto.
Le libertà di parola e di espressione non sono in discussione. Il punto è se possiamo sempre e comunque accettare chiunque, anche chi semina odio e razzismo. Forse dovrebbe esserci (come accade nelle democrazie) un organno garante. Il problema è che quando sento dire “Garante” mi tremano le gambe… mi immagino dietro le quinte persone del calibro di Scilipoti, Cosentino, Schettino o Corona.
A quel punto è meglio bandire il Garante e dare libertà di parola a cani e porci. Nazisti compresi.
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