Tuesday, January 17, 2012

Non desiderare la donna d’altri, non desiderare la mucca d’altri: il colloquio di lavoro.

Trovo curioso come il buddismo insegni a non desiderare, mentre il cristianesimo si limiti a non desiderare le altrui proprietà, come le donne o le mucche, ad esempio.
Domani ho un’importante colloquio. Di lavoro, inutile dirlo. È vero, gli esami non finiscono mai. Domani avrò davanti a me un plotone d’esecuzione, tre presidi di facoltà, due docenti e una tipa dell’ufficio Risorse umane. Non so quanti candidati ci siano, ma immagino che il mondo sia pieno di gente più preparata ed in gamba di me per questo lavoro. Andrò a dare spettacolo per l’ennesima volta. E vada come vada. Come si affronta un plotone di esecuzione accademico? Non saprei. Con disinvoltura, credo. Un whisky a colazione per rilassare i nervi. L’orecchino al suo posto e nessuna cravatta al collo. La barba è meglio farsela, visto mai che al colloquio di lavoro rimorchi una prof di vent’anni più grande di te?! Gesticolare molto con le mani per ricordare a tutti che sei italiano e gli italiani l’inglese non lo parlano bene. Poi serve tanta fortuna, un po’ di culo, la prosa di Jack London, il contesto di Gadamer, il decostruttivismo di Derrida, il metodo di Feyerabend. E Mazinga Robot.

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