16 gennaio 2011. E i casi della (mia) vita.
Pechino, 16 gennaio di un anno fa. Mi sveglio ad un’ora indeterminata del primo pomeriggio. Non vorrei averlo mai fatto. Un dolore lancinante mi trafigge il costato, impedendomi non solo di alzarmi ma anche di respirare. Non ricordo quasi niente della notte passata, se non di aver bevuto molto. Preoccupato, cerco il telefono. Sono buttato a letto ancora vestito, cappotto addosso e scarpe ai piedi. Con grande sforzo riesco a tirarmi su. Vorrei solo piangere. Dopo tre quattro chiamate, vaghi sprazzi di memoria cominciano a far a pugni nel mio cervello. Ricordo un concerto punk, poca gente in sala, per lo più ragazzini, io lanciarmi dal palco e cadere rovinosamente su una sbarra di ferro. E poco altro. "Forse ti sei rotto le costole, vai a farti vedere" mi dice un amico al telefono.
Scesi al piano terra del dormitorio dell’università, la signora che lavorava allo spaccio mi deve aver guardato in faccia. E devo averle fatto paura: "cosa hai fatto Daniele? Dillo a zia!". Al pronto soccorso del campus mi hanno messo su un taxi e spedito all’ospedale per le lastre. Ore di angoscia e poi il verdetto, come una ghigliottina: tre costole fratturate ma non scomposte, due mesi di riposo assoluto a casa.
Fu un inverno del cazzo. Ma servì a farmi prendere una pausa dall’alcool, farmi approfondire interessanti conoscenze e farmi coccolare dalle amiche. Soprattutto quei due mesi in camera da letto servirono a farmi scrivere la tesi di dottorato.
A 365 giorni di distanza insegno all’università quello che ho studiato di Cina negli ultimi dieci anni. A Cork, in Irlanda. Sì, è incredibile la vita.
Non mi mancano i concerti punk: l’ultimo lo scorso venerdì, due band oi! di Cork ed un gruppo hardcore di Belfast. Non mi manca neanche lanciarmi dai palchi: ho smesso. Forse.
Il punto è un altro. Esiste una relazione tra quel lancio dal palco a Pechino un anno fa e la mia attuale situazione a Cork? I due fatti sono in qualche modo correlati? Bisognerebbe essere dio per avere una risposta.
Mi sa che quella risposta non l’avremo mai.
p.s. Questo post è dedicato a Lavinia, Simone, Eleonora, Terry, Xiao Xia, Valentina e Yu. Grazie.
1 Comments:
Ciao Henry Kinasky, mi prendo la libertà di scriverti"in confidenza" per congratularmi sinceramente e, mi auguro questo non ti dispiaccia,contribuire a incoraggiarti. Di tanto in tanto frequento i tuoi flussi letterari per verificare la buona vena dello scrivente e per compiacermi come lettore. Mi fai anche sorridere a tratti e ti ringrazio. Coraggio e buona fortuna al conterraneo del Ricci, e salutami Bukowsky se lo vedi.
Ciao, roberto.
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