Friday, May 27, 2011

Eros, parlano le donne

Due parole sulla tavola rotonda di ieri all'istituto Cervantes di Pechino. Tema, un confronto sulla letteratura erotica in Cina e Spagna. Al tavolo quattro donne (viva Zapatero!), oltre alla presidentessa dell'istituto, la sinologa spagnola Alicia Relinque, la nota scrittrice cinese Hong Ying e l'autrice catalana Mercedes Abad.

In primis, tanto di cappello al povero traduttore che per due ore si è dato ad una traduzione simultanea cinese-spagnolo e spagnolo-cinese su tematiche a dir poco piccanti e una terminologia legata al mondo dell'eros, del porno, del sesso e della sessualità.

Onestamente avrei fatto solo parlare la professoressa Relinque, persona di evidente vasta cultura e profonda conoscenza della civiltà cinese. Purtroppo era stata chiamata solo come moderatrice e, a mio avviso, nessuna delle due scrittrici ha mai risposto alle sue domande. Ma passiamo oltre.

Ho trovato gli intereventi della Abad di un femminismo libertino vecchio e scontato, roba di bassa lega, che in Italia avrebbe fatto sbadigliare l'audience, mentre forse ad un pubblico in gran parte cinese ha stimolato interesse, scandalo o ilarità. Hong Ying, nata a Chongqing nel 1962, si è comportata (sempre a mio avviso) dalla tipica cinese che si sente disadattata in patria e va a fare fortuna come scrittrice all'estero, illustrando un po' il rapporto col mondo dell'eros nell'occidente ricco e sviluppato e ridicolizzando quello cinese. Mah.

La Abad ha più volte ribadito come lei sin da giovane vedeva nella madre esattamente il modello di donna che non voleva essere e diventare. E che, una volta divenuta scrittrice di successo ed aver pubblicato diverse opere, venne fortemente criticata dalla madre per le oscenità scritte nei suoi libri. Qui la Hong ha fatto un'osservazione che sottolinea (al di là del tema erotico e femminista) proprio la distanza culturale ed economica tra Cina e Spagna: “mia madre non ha mai letto le mie opere. E' semianalfabeta”.
Tanto per capirci, insomma.

Sia la Hong che la Abad hanno sottolineato questa domanda che giornalisti e gente comune rivolgono loro: i loro romanzi erotici sono autobiografie? Ovvero, siete le mignotte che descrivete nelle vostre opere? Divorate gli uomini? Quanti ve ne fate all'ora?
Ovviamente capisco l'imbarazzo delle autrici e la pochezza della domanda, ma non mi sembra assurda la curiosità del pubblico nei confronti delle opere delle scrittrici in rapporto alla loro vita privata. “Non siamo delle malefemmine, siamo donne come e meglio delle altre” hanno ripetuto a turno le due ospiti. Non ho capito se con o senza ironia.

Arriviamo alle domande.

Proprio la prima domanda è andata a colpire il punto lamentato dalle scrittrici. Una quarantenne cinese ben vestita, un po' impacciata nel suo intervento e troppo insistente nella domanda, sosteneva di conoscere bene la città di Chongqing e che là difficilmente uno scrittore parla di cose del genere con tanto realismo, dunque la sua curiosità è stata (riferita a Hong Ying): da dove nasce la sua ispirazione? Da dove viene? Lasciava sottointendere: come fa a scrivere cose del genere, deve per forza averle vissute in prima persona! E da lì, ancora: solo una puttana, una cagna affamata di sesso e di grassi grossi falli maschili di origine non controllata può riuscire a scrivere cose del genere.

Pur non condividendo la velata critica moralista e ancora meno interessato alla vita personale e sessuale della Hong, io credo che la domanda ci sta tutta. Alla fine uno scrittore, che vive delle stronzate che scrive e che vende, deve rendere conto ai suoi lettori e alle sue lettrici. E poi la domanda può e deve essere anche letta come: bisogna essere una mignotta per scrivere di sesso? Bisogna essere un poliziotto per scrivere dei gialli? Bisogna essere uno storico per scrivere romanzi storici? Bisogna essere un operaio per parlare di catena di montaggio? Marx diceva che l'esperienza crea coscienza. Ovvero che bisogna vivere una situazione per poterne prendere coscienza e parlarne. Lenin bollava molte rivendicazioni femministe come libertinismo e lussuria borghese.
A maggior ragione in un paese come la Cina, dove centinaia di milioni di persone vivono ancora in campagna, in condizioni di miseria umana e culturale prima ancora che economica, legata a tradizioni antichissime che arrivano a giustificare il rapimento di bambini e al ratto delle giovani vergini, che impatto può avere la letteratura della Hong o della Abad!? La risposta credo sia ovvia a tutti, evidentemente non molto alle due scrittrici, che continuano a trovare banali ed inopportune le domande del popolino.

3 Comments:

At 9:11 AM, Anonymous Anonymous said...

Vorrei leggere i libri di queste donne, credo che abbiano vissuto queste esperienze, se non in prima persona, magari da persone a loro vicine; è già difficile parlare di qualcosa che conosci, proprio perchè ne sai tanto, figuarsi parlare di qualcosa che non si è vissuto, sarebbe solo un racconto inventato, io non credo. La mostra che ti dicevo io invece è questa:
http://www.anoilaparola.it/arte-cultura/danno-dimmagine-cecilia-freschini-zajia-lab-pechino
grazie per tutto, ciao Marisa

 
At 7:56 PM, Blogger laura modini said...

Bravo Dani
molto molto interessante!
A proposito come si traduce:
femminismo, politica della differenza (sessuale), politica di genere.

Anche quello precedente sul teatro, insomma tutti i tuoi post, anche queli in delirio, sono molto interessanti, vivi, pieni di sangue, cioè di vita.
ciao laura

 
At 6:35 PM, Blogger Massaccesi Daniele said...

per femminismo vanno bene sia 女权主义 che 女性主义. politica della differenza sessuale non saprei, forse 性分的政治, politica di genere direi 性别政治. spero sia di aiuto.

 

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