Sunday, May 22, 2011

Alcune cose che so già mi mancheranno della Cina

1) Il cibo. La lista dei cibi in particolare che mi mancheranno sarebbe troppo lunga, cito soltanto: i panini cotti al vapore (mantou); i panini ripieni cotti al vapore (baozi); i ravioli con ripieno di erba cipollina (jiucai shuijiao); gli spaghetti alla pechinese (zhajiangmian); gli arrosticini (yangrouchuanr) che accompagno le birre; i piselli pelosi (maodou); i fagiolini piccanti (ganbiandoujiao); le patate (hongshu) e le ananas a pezzi (boluo) che vendono in strada.

2) La birra a 30 centesimi di euro a bottiglia. Qingdao o Yanjing che sia. Non so quante centinaia ne abbia consumate negli ultimi anni. Sono leggere e fanno abbastanza cagare, ma come puoi non innamorarti di una birra che costa solo 30 centesimi!!?

3) La cultura cinese delle sigarette. Le sigarette a 50 centesimi a pacchetto. L'imbarazzo della scelta tra marchi e aromi diversi di sigarette. Il poter fumare ovunque e avere sempre qualcuno che ti offre sigarette. Odio fumare, ma qui in Cina fumare è un dovere sociale, un modo per fare amicizia, uno stile di farsi la doccia.

4) L'ambiente universitario nei campus. La vita sociale che si vive al loro interno. Il clima internazionale dei dormitori per studenti stranieri. Le feste in camera mia, il mal di testa del giorno dopo e i cocci di bottiglia da raccogliere. Le assemble, le conferenze, i dibattiti intellettuali, le partite a calcetto, la chitarra nel prato, le sveltine nascosti al buio, il fervore ideologico, gli slogan, il cinema, l'autonomia, la voglia di essere giovane per sempre e non dover lavorare mai (tanto meno per soldi).

5) I salotti intellettuali a casa di E. F. La stima che ho per questa persona, le birre che se ne vanno mentre discuti con docenti e ricercatori di varia nazionalità di coesione sociale in Durkheim, di guerra in Kosovo e di trinità celeste. I brindisi di vodka ascoltando l'inno nazionale sovietico. Le sigarette in terrazzo osservando ubriaco il vuoto di fronte a me.

6) Le discussioni in tarda serata coi tassisti pechinesi. Mai preso un taxi in Italia, spero di non doverne prendere mai.

7) Gli usi e costumi cinesi, le loro logiche e i loro modi di fare che dopo tanti anni di studio e osservazione posso con gioia concludere che non li capisco e ho rinunciato a farlo.

8) I borghesi occidentali pieni di soldi da sperperare in puttane e cocaina nei quartieri LasVegas di Pechino. Mi mancherà starmene seduto fuori ad osservare questa miseria umana e pensare “Se un inferno esiste è così che me lo immagino”.

9) I club dei marxisti. Che ci devo fare!? Mi diverto in mezzo ai marxisti. In mezzo a questi sfigati secchioni asociali che niente hanno di meglio da fare nella vita che passare la vita in biblioteca e discutere di astratte teorie o noiose utopie con gente più vecchia e sfigata di loro.

10) Mangiare con le bacchette

11) Avere sempre ed ovunque dei contenitori di acqua bollente per riempire il tuo bicchiere da té

12) La censura su internet e le ore passate a smadonnare di fronte al computer.

13) Le telefonate via skype con mia nonna che sistematicamente mi chiede cosa ci faccio a Pechino e se ho mangiato.

14) Le ferrovie cinesi. Il trascorrere lento ed inesorabile in un vagone pieno di cinesi ammucchiati l'uno sull'altro come sardine ancora vive. Vederli sgranocchiare incessantemente per ore ed ore, fino alla fine, fino all'arrivo.

15) Il mangiare come unica forma di divertimento socialmente accettata.

16) Il sentirmi straniero tra stranieri.

17) L'indagine sociale portata avanti negli ultimi anni con il dottorato e con ChinaFiles. L'avere sempre qualcosa da capire, da voler sapere, da voler investigare. Le ricerche su internet, le interviste, i video. Un fallimento quasi totale, ma ne è valsa la pena.

18) Gli incontri, le orge e le serate da paura e delirio con personaggi davvero assurdi nell'assurda casa degli orrori di A.D.B.

19) La sfacciata libertà che ho vissuto negli ultimi anni, libero di gestire la mia quotidianità senza orari fissi e con una borsa di studio a pararmi il culo e farmi evitare ogni forma di prostituzione. Una vera vergogna di fronte a tutti quelli che si spaccano la schiena per due dollari al giorno.

20) Credo mi mancherà soprattutto il potermi lamentare del sentirmi solo ed incompreso in terra straniera. Sarà orribile avere la stessa sensazione di solitudine e frustrazione umana tra le quattro mura di casa. Ma fa parte della vita, sta scritto su tutti i libri. La televisione serve proprio a farti credere che non sia così.

21) Nonostante tutti e nonostante tutto, mi mancherà anche e soprattutto lei, ma spero davvero sia questa l'ultima volta che la vedo.


Esco. Perché la sola idea di lasciare la Cina e con essa la mia vita qui è per me traumatizzante e non pensavo lo fosse così tanto. A dopo.

7 Comments:

At 2:11 PM, Blogger laura modini said...

DANIELE DANIELE

come farò a vivere senza di te in cina?
La mie vita si è arrichita conoscendoti!
un abbraccio e ovviamente un augurio infinito per il tuo oltre il domani.
un grande riconoscente bacio
laura

 
At 6:14 AM, Anonymous ParkaDude said...

Oggi pomeriggio miseria umana, risa da clow, pasta, soju, vestiti per i barboni, e tutti i birrozzi che mi sono rimasti.

E, quando non ci vedremo più, have a nice trip.

 
At 9:59 AM, Anonymous Anonymous said...

Aggiungerei che a tante persone, che come me leggono questo blog, mancheranno i tuoi racconti "cinesi"...

Diego


P.S. veramente Daniè, tagliete 'ssi capigli!

 
At 7:40 PM, Anonymous Anonymous said...

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