Non desiderare la donna d'altri
"Bevo Johnnie Walker da quando tu ancora credevi in Babbo Natale"
Avrei un paio di cosa da dire sui bambini. Diceva un mio amico "se non vi piace questo mondo, perchè fate dei figli, ma che cazzo!". Vivere col fine di riprodursi è almeno medievale. Lasciare qualche moccioso qua e là nel mondo solo per sentir di aver vissuto una volta che si è sul letto di morte è da pazzi incoscienti antisociali. Sfigati oltretutto. No. Penso che un figlio devi volerlo. Chi deve volerlo? Mi piace quello slogan che gridavano le femministe pro-aborto negli anni settanta "Decido io!". Lo dicevo totalmente decontestualizzato ai giovani amici cinesi a Pechino, "sapete, in Europa decidono le donne". Pezzotta (quello della CISL con le sopracciglia di colore diverso) sostiene invece che deve decidere anche l'uomo. Secondo me, che di figli non ne ho, deve decidere chi lo vuole. Ovvero a decidere se far nascere o meno un nuovo o una nuova, deve essere chi lo vuole, insomma, uno dei due, o tutti e due. Il problema è quando l'uomo vuole il bimbo e la donna no. Perchè è la donna che deve astenersi da alcool, droga e sesso per nove mesi. E molto altro. O giù di lì. Invece, si sa, l'uomo fa il cattolico per i primi due anni, poi scappa con la prima ventenne che trova. E il conto in banca. Allora credo debba decidere la donna. Sì, mi piace lo slogan, "Decido io!". A proposito di questo, due fatti che mi sono capitati. Non importa se totalmente veri o solo al 99%. Importa ancora meno il nome delle persone in questione. Li chiameremo, ogni volta, LUI e LEI.
Caso n. 1)
LUI bello LEI anche, entrambi sedicenni, LEI resta incinta, ovviamente di LUI, LUI non vuole il bimbo, LEI non sa che fare, i suoi di LEI sono ultracattolici e anche se hanno una figlia troia il nipote lo DEVONO tenere lo stesso. Fine della storia? No. Passano i mesi, LUI si rassegna, non so come qualcosa cambia in LEI, profonda crisi, al settimo mese LEI si afferra la pancia e comincia a sbatterla dove le capita, più e più volte. Quel bimbo non nascerà mai e quella madre, che mai sarà tale, finirà per la strada a sbattersi per un buco.
Caso n.2)
LUI italiano LEI francese. Entrambi poco più che ventenni. Entrambi in qualche grande città universitaria italiana. LEI è sul finire del programma Erasmus (viaggio-scambio di studio di un anno circa) in Italia, a breve tornerà in Francia. Noi (gli amici-conoscenti) siamo a casa, atmosfera di festa non ancora cominciata, quasi tutti studenti, quasi tutti giovani. Entrano LUI e LEI. LEI faccia da piccola giovane bellissima mora francese un po' spaventata un po' sicura di sè. LUI guarda per terra. LEI fa "Sapete, sono incinta". Silenzio. Cerca inutilmente lo sguardo di qualcuno. "LUI mi ama. Verrà con me in Francia". E' una palese cazzata. LUI esce dalla stanza. LEI conclude "Tengo il bambino". Gli amici-conoscenti riprendono a bere e chiacchierare, se ne andrebbero se potessero, qualcuno esce dalla stanza, nessuno la guarda in faccia. Io siedo distante, da solo, scazzi personali, non faccio troppo caso alla scena. LEI invece cerca lo sguardo di qualcuno, non trova quel qualcuno, barcolla tra la gente fino a me. Incrocia il mio sguardo stanco, scazzato. Lo sguardo della piccola giovane francese con le palle "decido io!" mi illumina. Mi fissa, insicura. "Sono contento per te. Sei coraggiosa. Grazie per avermi risollevato la giornata" le dico. "Tengo il bambino" conclude LEI.
E nient'altro. Sono stati giorni pesanti. Anzi, dovrei dire notti. Diversa gente è passata in queste quattro mura. Due ragazze spagnole, una artista l'altra assistene sociale. Le dico che anche io avrei bisogno di un assistente sociale. Lei crede sia una battuta, non mi risponde neanche. Poi un ragazzo spagnolo venuto in macchina da lontano. Mi ha imparato tutte le porcate del gergo slang underground valenziano. Peccato non ne ricordi neanche una. Infine cinque amici maceratesi venuti in camper. I bar negli sporchi vicoli del centro di Granada si ricorderanno di loro. Per il resto punk iberico, soliti film in bianco e nero dei soliti registi polacchi morti suicidi, se butta bene al massimo Kieslowski o Bergman. Strano trovarsi di notte a casa. E senza nessuno in casa. Solo ieri eravamo più di dieci. Una quindicina coi gatti. E invece ora è buio e silenzio. E solo questo amico che non vedevi da otto anni circa e a cui devi raccontare tutta la tua vita e ascoltare la sua degli ultimi otto anni tra un bicchiere di bourbon e una puntata dei Simpsons. Che stakanovisti.
Ricetta: compra cinque litri di vino di ultima qualità, in boccia di plastica. Lascia nel congelatore per tre giorni. Al termine dei tre giorni, tira fuori il boccione. Il segreto è che anche l'alcool gela, ma non nel congelatore di casa. Metti la boccia sotto il lavandino e lascia uscire acqua calda. Apri la boccia e versa quel poco che ne esce in un bicchiere. Aspetta un po' e ripeti l'operazione con altri bicchieri fino a che non ti sei stancato. Noterai che nella boccia si crea una montagna di ghiaccio (stile granita) contorniata da denso densissimo liquido nero. Quel liquido nero è concentrato d'alcool d'uva. Quando nella boccia resta solo la montagna di ghiaccio puoi buttare via la boccia (o tenerla per ricordo. Nel freezer) e sederti comodo in mutande a spararti due tre dei primi film di Almodovar sorseggiando concentrato nero d'alcool di uva fino al sorgere del sole: è quello il segnale, puoi andare a dormire.
Dio maledica l'acetaldeide. E buongiorno di sonno.
3 Comments:
:O
Ira
Solo una piccola nota Dani, per la precisione: non devi rinunciare al sesso in gravidanza, anzi... a meno che al tuo uomo non prenda male ;)
necessita di verificare:)
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