Friday, August 12, 2016

Balkans on the road, 15 anni dopo (XI): Scutari, Shkoder, Skadar o Shkodra che dir si voglia.



Poi per esempio la strada ti regala tante cose, piccole o meno piccole (incredibile la quantita' di roba che la gente di passaggio getta dal finestrino): carogne di animali a parte, accendini, cibo avariato, bottiglie di ogni sorta e grandezza, pneumatici, una medaglia, una moneta croata, un anello da donna, un paio di occhiali senza lenti, tanti mozziconi di sigaretta, un giubbetto e un dado. Il dado ho deciso di tenerlo, non si sa mai.

Tre cose solamente mi so ’n grado, 
le quali posso non ben men fornire: 
ciò è la donna, la taverna e ’l dado; 
queste mi fanno ’l cuor lieto sentir
Cecco Angiolieri

Saluto Bar (ci vediamo al bar!) e il Montenegro, un bus mi porta per 12 euro dalla stazione a Scutari. Rapidi i controlli in dogana, siamo di nuovo in Albania!

Giungo finalmente in un ostello dopo cinque notti di dura strada, non mi perdo in chiacchiere e dopo una doccia doppia mi sbrigo a fare la prima lavatrice del viaggio. I vestiti emanano radiazioni bielorusse e con abile mossa padronale metto tutto a lavare a 100 gradi... dimenticandomi, ovviamente, di escludere l'unica maglia rossa. Due ore dopo ritrovo un nuovo completino dai calzini alla maglia passando per le mutande tutto color rosa. Pazienza, proseguiremo il viaggio a meta' tra Gay-friendly e Pinkabbestia. Incidenti di percorso. Per fortuna i sandali non li avevo messi in lavatrice perche' la mamma mi ha insegnato che non si fa.

Una doccia doppia ci voleva proprio. Libero dello zaino, decido di farmi un giro per Scutari: e' una bellissima giornata, una bellissima giornata per perdersi. Fuori dall'ostello un signore con la barba lunga che dorme sulle panchine fissa divertito due gran gnocche che si sparano selfie a ripetizione. In citta' l'influenza italiana e' molto forte, lo si vede nel nome dei bar, dei negozi, dei ristoranti, nei menu', nei gadget. Molti parlano italiano e molti hanno voglia di scambiare due chiacchiere con te: "Di dove sei in Italia? Cosa pensi dell'Albania?". Penso che sia uno splendido paese, pieno di ricchezze e potenzialita', un paese che omaggia continuamente l'Italia e l'aiuta a vendere nel mondo i brand "Bella Italia", "Made in Italy", "Italian Style".
Prendo la periferia, palazzi grigi e cani randagi, ma atmosfera ancora rilassata e solare. I bambini che giocano a calcio, i giovani al bar, le mucche in strada. Giungo in un parco e mi fermo a riposare; un anziano solo, perso e affondato nella sua panchina, mi fissa per qualche istante per poi tornare al nichilismo delle sue sigarette. E' ancora il tramonto a regalare i colori piu' belli.

Il giorno dopo, di prima mattina, trovo a svegliarmi in ostello M., amico maceratese anche lui in viaggio per l'Albania. Che bello rivedere un volto familiare! Mentre lui e' a riposarsi, vado a incontrare tre volontari di un'associazione italiana (con sede anche a Scutari) che lavora per la pace e cerca di risolvere le questioni di faida tra famiglie, realta' purtroppo ancora presente soprattutto in questa parte del paese. Qui il link al progetto:
http://www.operazionecolomba.it/?option=com_content&task=view&id=842&Itemid=173
Il resto della giornata passa in compagnia di M., abbiamo parecchio da raccontarci. Lunghe passeggiate fiancheggiando il fiume, ristoranti, bar, birrette e chiacchiere con gli anziani del posto sul calcio italiano e Dino Zoff. Giornata di relax e spensieratezza.

Il giorno dopo M. parte con un gruppo di stranieri per un'escursione sulle montagne, io rimetto a posto lo zaino e vado a prendere il primo bus per Podgorica: si ritorna in Montenegro.
Ciao Albania, ti voglio bene.

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