Wednesday, August 10, 2016

Balkans on the road, 15 anni dopo (X): Ulcinj e Bar, Montenegro (non l'amaro).



Dov'eravamo rimasti? Ah si', di ritorno dalle fredde montagne di Theth e di passaggio a Scutari per riprendere a piedi la strada per la frontiera con il Montenegro. Che poi, voglio dire, mica va sempre tutto bene! Ah, no! Per esempio puo' piovere di notte quando dormi sotto le stelle. Nel buio pesto della campagna albanese settentrionale. Ti sveglia l'umido che entra nel sacco a pelo, cerchi l'interruttore della luce e ti ricordi, d'improvviso e con sommo dispiacere, di non essere tra le quattro mura di casa tua. Ma "quello che non strozza ingrassa" e quindi andiamo avanti...

Da Scutari a Ulcinj, cittadina rivierasca del Montenegro meridionale, sono 43 chilometri. Tutti a piedi, dogana inclusa. C'e' sempre un certo fascino nell'attraversare un confine nazionale a piedi. Ricordo in particolare tre precedenti esperienze extra-europee: Cambogia-Tailandia, Laos-Cina, Costa Rica-Panama. I controlli al passaporto, lo sguardo dei gendarmi, il peso della zaino e via, sei in marcia in un nuovo paese. 2016: che cazzata i confini politici!
La strada regala scene di vita bucolica non indifferenti: l'anziana che porta la nipotina a dar da mangiare alle galline, gli alberi di fichi e melograni, le mucche ad occuppare una careggiata (manco fossimo in India!), l'asino paziente, l'agnello spaventato, le oche a zonzo, il cane che abbaia a rischiare ogni volta l'infarto. Non so se siano peggio i cani randagi o i cani dei padroni: i cani randagi si mordono tra di loro, quelli del padrone ti inseguono minacciosi a proteggere la proprieta' degli umani. E poi c'e' il maiale e l'importanza del maiale. Il prosciutto, la lonza, il salame, la galantina, la coppa e il ciauscolo, soprattutto. Sulla strada per Ulcinj noto anche una zona nominata "Zona del vino". Suona familiare.

Ulcinj e' un piccolo gioiello del Mediterraneo, come tanti altri ve ne sono in Puglia, Sicilia, Grecia, Turchia, ecc... Citta' vecchia e castello che si affacciano sul mare, spiagge minute e boom di turisti. L'industria del turismo e' bella sviluppata qui, le strade pulite, i prezzi quasi italiani, villeggianti da ogni parte d'Europa e Russia. Sport acquatici, negozi, pizzerie, gelaterie. Sembra infatti di essere in Italia. Qualche foto dopo riprendo la strada che continua verso nord, in direzione di Bar. Bar? Come non andare in una citta' che si chiama "Bar"!? Oltretutto sono solo 27 chilometri. A piedi, si intende.

Passo la notte in un antichissimo uliveto e il giorno dopo verso l'ora di pranzo raggiungo Bar. La strada costeggia le colline rocciose che si gettano sul mare, paesaggio simile alla Liguria e i miei ricordi di autostop Genova-Firenze. Bar e' piu' grande e meno raccolta rispetto a Ulcinj, e' una citta' a tutti gli effetti e non un villaggio vacanze. Resto stupito dalla serenita' e pulizia che regna nelle strade e nelle spiagge. Famigliole con gommoni al seguito, jogging sul lungomare, corsi di pallanuoto, i negozi fashion del centro, una chiesa ortodossa, una chiesa cattolica, palazzi residenziali, la stazione del treni, la stazione dei bus, il porto. Ah, il porto! Una nave all'orizzonte, arrivera' forse da Ancona? Ehila', voi della nave, che si dice nelle Marche? Che ha fatto la Maceratese?

La spiaggia e' fatta di grossi sassi, ma il mare e' pulito. Forse quando avremo finito di rovinare le coste italiane verremo qui a passare le vacanze. Il costo della vita e' inferiore di un 20-30%, per alcune cose anche del 50-60%. Forse aveva ragione Zvonimir Boban quando diceva alla pubblicita': "Il calcio in Italia, ma il mare in Croazia". In effetti, per quello che mi sembra di vedere, le coste mediterranee di paesi come Albania e Montenegro non hanno poi cosi' tanto da invidiare a quelle italiane, greche e turche. Ok, non c'e' molta traccia dei tesori "classici", ma hanno molto altro da offrire a livello paesaggistico, architettonico e storico-artistico. Le spiagge non sono peggiori delle nostre, il mare e' piu' pulito e il costo della vita e' di molto inferiore. Ho paura che europei e russi se ne stiano accorgendo e decidano piano piano di scegliere questi come luoghi per le vacanze. Il brand "Bella Italia" deve aggiornarsi e reinventarsi altrimenti l'industria del turismo subira' un brutto colpo negli anni a venire. Ma io non sono un economista e queste discussioni le lascio ad altri.

Il castello di Bar al tramonto, nella citta' vecchia a 4 chilometri dal centro cittadino, mi regala un'altra emozione unica. Irrisorio come sempre il prezzo del biglietto (2 euro, come tutti gli ingressi ai musei visitati finora in Albania e Kosovo), le rovine di questo grande castello sulla cima di una collina non distante dal mare sono qualcosa di straordinario, da vivere e calpestare tra rovi e strapiombi, non con persocrsi "sicuri" come nei castelli italiani. Qui tutto e' ancora selvaggio, fanno eccezione le suggestive luci che si accendono poco prima del tramonto. In Italia questo non sarebbe possibile, vieterebbero l'area ai visitatori perche' "pericolosa". Inutile dirlo, luoghi inaccessibili per i disabili o gli anziani. I bambini invece bisogna tenerli al guinzaglio se si vuole evitare un funerale durante le vacanze.

Avrei tanto voluto farmi un amaro Montenegro in un bar di Bar in Montenegro, ma non ne ho visti in vendita dietro i banconi, cosi' mi sono accontentato di un amaro locale: il Pelinkovac, un nome una garanzia.
Bar e' la citta' piu' europea vista finora, forse anche piu' di tante altre citta' italiane. Pulita, civile, organizzata, le auto si fermano prima delle strisce pedonali per far attraversare le persone, la musica e' balcanica e non piu' arabeggiante, i locali conoscono qualche parola di inglese e sanno indicarti le direzioni stradali. Alle scritte in lingua albanese e montenegrina si affiancano le lettere dell'alfabeto cirillico e qualche mio vago ricordo di serbo: "da" per dire "si'", come in russo, e "voda" per "acqua".


Del nuovo giorno il brivido nuovo 
incontriamo
in delirio presso nuovi dubbi.
Vladimir Majakovskij 

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