Wednesday, August 03, 2016

Balkans on the road, 15 anni dopo (IV): Argirocastro, Tepeleni, Valona.


Il dolore alle gambe mi preoccupa un po'. Soluzione? Continuare a camminare fino a che non senti piu' dolore. Io dovevo fare il medico, altro che il sinologo.

Argirocastro in effetti e' proprio quello che un italiano definisce "bello": arroccata su una collina, strade di pietre bianche, le tipiche casette in stile ottomano e il castello che, oltre ad un carro armato FIAT degli anni '40, ospita anche ogni quattro anni un festival internazionale del folklore dal 1968. Mica cazzi.
Visito inoltre il locale museo etnografico ed una casetta tradizionale, una di quelle in cui nacque Enver Hoxha (1908-1985) politico comunista ed partigiano antifascista, diventato poi (storia gia' sentita) dittatore a sua volta. Vicino ai sovietici prima e ai maoisti poi, realizzo' in Albania la Rivoluzione culturale nella seconda meta' degli anni sessanta proprio sul modello cinese. Fuoco a chiese e mosche, per capirci.
Vengo a sapere di un certo Çerçiz Topulli (1880-1915), eroe nazionale albanese tra i primi ideatori della guerra di guerriglia, il "Che Guevara originale", come lo chiamano qui. 

La strada chiama e non e' il caso di farla aspettare. Ora di pranzo, caldo bestiale, io, l'asfalto e la valle del Drino. Dopo neanche mezz'ora di marcia si ferma un signore a darmi un passaggio per un paio di chilometri. Dopo un'altra oretta di cammino si ferma una macchina che mi fa segno di entrare. A bordo un uomo al volante che sbraita al cellulare, una donna di fianco sempre al cellulare e dietro un anziano che mi grida qualcosa indicandomi i sandali. L'auto riparte a tutto gas, sembra una scena da film anni settanta. Quando i due davanti terminano le telefonate mi fanno capire con qualche parola in italiano che non dovrei andare a piedi con questo caldo, che la sorella dell'autista vive in Abruzzo col marito italiano e che l'Italia e' proprio un bel paese. "Voi troppo mare, noi troppa montagna". L'anziano scende poco dopo, noi continuiamo fino a Tepeleni, dove decido di scendere anche io. I due continuano in direzione Tirana. A Tepeleni c'e' grande ricchezza di acqua e una grande fabbrica di imbottigliamento di acqua minerale. Padrone italiano, ovviamente. A Tepeleni nacque Ali' Pascia' (1744-1822), politico al servizio degli Ottomani che pure aveva combattuto. Non che ci sia molto da vedere in giro, mi fermo in un internet cafe' a capire dove sono e dove andare e riprendo la strada in direzione Valona.
Noto che in Albania si guida a destra come in Italia, ma a volte il volante e' a destra, come nel Regno Unito. La musica e' un'altra certezza da queste parti, la sparano a tutto e molti ragazzi giornzolano con la radio in mano, come si usava anche da noi. Disco-pop direi, ma anche rap, musiche arabeggianti e canzoni internazionali.  

Cammino per diverse ore sulla strada principale, di fianco a me colline rocciose, fiumi e piccoli villaggi di campagna. Il canto di cicale e grilli a rompere il silenzio. Le carogne di vari animali sull'asfalto. Le lapidi di persone morte per incidente stradale. Il sole che va lentamente a morire all'orizzonte. Consumo acqua come poche volte prima in vita mia. Tuttavia faccio piu' io con un litro di acqua che una Ferrari con un litro di benzina. Arriva il tramonto, non vedo citta' nei dintorni, aspetto che l'ultimo contadino rientri dai campi e piazzo il sacco a pelo in un frutteto.

Il giorno dopo alle prime luci dell'alba riprendo il cammino. Qualche ora dopo vedo un cartello con su scritto "Tepeleni 32" e poco dopo "Valona 70". E' quasi mezzogiorno, il sole picchia troppo forte, il paesaggio e' montuoso e roccioso, non c'e' segno di vita in giro. Ok, proviamo con l'autostop. Dopo una quindicina di minuti e cinque o sei macchine passate a tutto gas, si fermano due tizi che mi gridano qualcosa, forse vogliono del denaro. Proprio in quell'attimo passa un'auto della polizia e i due se ne vanno. Il poliziotto al volante mi sorride e riparte. Poco dopo si ferma un signore distinto, furgoncino e aria condizionata. Mi sa che anche lui vuole essere pagato, faccio finta di niente ed entro in auto che non voglio morire tra queste montagne. Mi sveglia parecchi chilometri dopo, ad un grosso incrocio pieno di macchine e camionisti. "Valona 20". Mi chiede 300 leke, gliene allungo 200 (un euro e cinquanta circa) e corro via dalla sua auto. Mi abborda subito un ragazzo albanese che mi parla in inglese, poi capisce che sono italiano e sfodera il suo miglior napoletano. Vorrebbe 20 euro per portarmi a Valona. Gli spiego che ho speso 200 leke da Saranda a qui, con 20 euro ci arrivo a Bangkok. Gentilmente mi saluta e se ne va. Consumo frutta da uno dei molti ambulanti lungo la strada. Di li' a poco passa un bus che con 150 leke mi porta a destinazione: Vlore. In italiano: Valona!

Cosa mi manca dell'Italia? Il saltarello.

Invece se vai su Youtube e scrivi "Albanian Punk" esce fuori per esempio questo:
https://www.youtube.com/watch?v=Qmp4PVqmo0c

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