Tuesday, August 02, 2016

Balkans on the road, 15 anni dopo (III): riflessioni sul concetto di "strada", sugli anni ottanta e sui piaceri.



Che poi, a ben pensarci, non tutti (specie forse i piu' giovani) hanno letto Kerouac, quindi tanto per capirci e sintetizzare diciamo che "on the road" significa grossomodo:
la barba incolta; che poi diventa lunga; il caldo, il freddo, l'appetito, la fame; il cane randagio; la volpe, la rana, il sorce, l'asino, la libellula, lo scoiattolo, le zanzare soprattutto; saliscendi per autobus a breve e lunga percorrenza; saliscendi per automobili di fortuna; la fortuna, si', gioca qui un ruolo determinante; le foglie come letto, le stelle come tetto; svegliarsi all'alba e andare a dormire poco dopo il tramonto, cioe' nei due momenti della giornata dove i colori sono superlativi; i bagni pubblici come unica forma di bagno; l'asfalto a separare il verde; la luce del sole come la sola; il buio come rifugio, nascondiglio e pericolo; il sudore incessante; la stessa maglietta per giorni; lavare i vestiti nei cessi degli ostelli o nelle pubbliche fontane, come facevano le nostre bisnonne; suscettibile agli odori? ahahaahha!; paura nessuna, cioe' forse un po' si'; la strada come una tra le pochissime certezze; la strada... me l'hanno insegnato gli scout, i punkabbestia l'hanno confermato, Gaber l'ha messo in poesia:

c'è solo la strada
su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada e nella piazza 

Giorgio Gaber, "La strada"


Che poi, a ben pensarci,  non tutti si ricorderanno degli anni ottanta, quindi tanto per capirci e sintetizzare diciamo che "anni ottanta" significa grossomodo:
八十年代; la monnezza per la strada; in motorino in due e rigorosamente senza casco; la benzina con tanto piu' piombo; i bambini che lavorano; alcuni bambini che chiedono l'elemosina; il semaforo per bellezza; le striscie pedonali giusto perche' avanzava della vernice bianca; i vestiti dei nonni; il clacson perche' il silenzio e' uguale a morte; la sigaretta nei locali pubblici, privati, ibridi; il saluto; il contatto umano; l'assenza di smart phone, tablet, social network; le zone rurali che invadono la citta' e non viceversa; la modernita' alle prime armi; la musica a tutto e pubblica; immigrati pochi e non neri; assenza di ostelli, presenza di hotel; il cestino dell'immondizia, questo sconosciuto; la vendita di sigarette sfuse; stare al volante di una automobile con un bambino fra le gambe; parchi e strade piene di gente, niente wi-fi, si parla a voce tra persone senza strumenti elettronici tra le mano; gli scacchi; strade sgarrupate e macchine della polizia abbozzate; i bus arancioni.

e poi la nostra meravigliosa toponomastica:
Via Carlo Marx
Via Ho Chi Minh
Via Che Guevara
Via Dolores Ibarruri
Via Stalingrado
Via Maresciallo Tito
Piazza Lenin a Cavriago
E la grande banca non più locale con sede in
Via Rivoluzione d'Ottobre

e infine il mio quartiere, 
dove il Partito Comunista prendeva il 74% 
e la Democrazia Cristiana il 6%
Offlaga Disco Pax, "Robespierre"


Che poi, a ben pensarci, la strada ti riporta alla mente vecchie idee, passioni, sentimenti, piaceri. Tipo, mi son ricordato che a me piace:
sedere sui tappeti; i piedi sporchi di polvere; gli uomini anziani con la pancia abbondante; dormire all'aria aperta; le sciarpe delle tifoserie ultra'; l'ultimo libro letto; i mercatini di notte; i musei etnografici; la lingua votata alla narrazione; l'esultanza sotto la curva; avere amici sparsi per il mondo; mantenere il ricordo di momenti felici e meno felici passati con gli amici sparsi per il mondo.

i miei amici nutrono un disprezzo viscerale per la religione
ma questo non li porta a conclusioni razionali
cosi' cercano il divino
per potergli fare il culo
SoloPerAdulti, "I miei amici sono delle zecche"

0 Comments:

Post a Comment

<< Home