Diario di un prof: lo studio ai tempi di Facebook e Youtube
All’interno del
mondo universitario metterei in ordine di bellezza, subito dopo le conferenze,
la biblioteca. Quel silenzio fatto di bisbigli, la moquette, i guardiani e il
clima ovattato sono l’ideale per rilassarmi. Essere circondati da libri fa il
resto. Il mio sogno erotico più ricorrente è quello di fare sesso tra gli
scaffali di una biblioteca. Magari con una collega di lavoro sposata con
ventuno figli.
E amo soprattutto
questi grandi stanzoni dove decine e centinaia di studenti sono chini sui libri
a studiare e preparare esami. E io tra di loro a leggere del più e del meno e
chiedermi cosa fare della vita.
Un attimo. Noto
qualcosa che non va. E non è la prima volta che mi succede.
Attorno a me ci
saranno un centinaio di studenti. Almeno novanta hanno davanti a loro un
portatile. MacBook, Acer, Toshiba, … abbiamo di tutto. Se mi alzo e faccio un
giro tra i tavoli scopro che almeno il cinquanta per cento ha aperta la pagina
di Facebook o quella di Youtube. Ok, non dico che non siano utili strumenti di
apprendimento e di ricerca, ma io credo che questa sia più una mania. Siamo una
gioventù di falliti e questo stanzone in una biblioteca come tante ne è
l’ennesima prova.
Zuckerberg è il
nuovo oppio dei popoli.
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