Già, anch'io pensavo parlassero di zingari, ed invece...
“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”
Dall’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912.
Già, giusto cent'anni fa.
3 Comments:
si'... abbiamo la memoria corta. a Buenos Aires ci sono tracce italiane ovunque, nei nomi, nelle facce, nei nomi delle strade.
non so ancora come o perche', ma ho l'impressione che il destino degli italiani arrivati qui sia stato molto diverso da quello degli italiani andati in Nordamerica.
ovvero?
ho l'impressione che qui l'integrazione, chiamiamola cosi' anche se a quei tempi non andava di moda, sia stata piu' rapida.
forse e' una questione di lingua - imparare lo spagnolo era forse piu' semplice che imparare l'inglese, e la differenza con la popolazione presente in precedenza e' un poco minore. c'era forse piu' affinita' col mondo "spagnolo", che con quello anglosassone dominante negli USA a quei tempi.
rispetto a quel che ho visto negli USA, la gente di qui che ha origini italiane conosce molto meglio la storia di famiglia, e parla spesso italiano, almeno un po'. non so. non si sono neanche creati ghetti come Little Italy, ad esempio. e' interessante per me vedere la differenza tra le due esperienze migratorie.
ah, e scusa le risposte a scoppio ritardato ma non ho un computer mio con me!
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