Tuesday, August 07, 2012

Di quel viaggio in America Centrale (VII): il turismo di massa e riflessioni sugli ostelli



Tortuguero si trova nella parte settentrionale del Costa Rica e si affaccia sul Mar dei Caraibi. Per arrivarci bisogna prendere un paio di bus da San José e farsi una quarantina di minuti in barca: il piccolo villaggio non è raggiungibile via terra, perché una fitta foresta pluviale lo emargina dal resto del paese.
Il Tortuguero è il posto più turistico visto finora in questo viaggio nella parte meridionale del Centro America. Nel villaggio abitano qualche centinaia di locali più qualche centinaia di turisti occidentali. Oltre alle solite attività che finiscono in "-ing" (diving, ecc...) il villaggio offre anche una visita alla riserva naturale, dove di notte è possibile osservare le tartarughe marine che vengono a depositare le uova in spiaggia.
La notte siamo stati massacrati dalle zanzare: l'Autan lo inzuppano nel caffé di mattina per colazione.
I prezzi sono alti e restiamo solo per una notte. Arrivare a Tortuguero è stato interessante, perché il paesaggio fatto di montagne e foreste pluviali che divide il villaggio dalla capitale San José è piacevole alla vista e perché ho colto l'occasione per sviluppare alcune riflessioni sul turismo di massa.

In posti del genere, infatti, è impossibile pensare un turismo indipendente, un turismo fai da te. Gli operatori del turismo ti aspettano alla stazione dei bus, volente o nolente ti mettono nell'unico bus che arriva al villaggio e nel bus ti massacrano di offerte e proposte di ostelli e attività che finiscono in "-ing". Con garbo e senza violenza, devo ammetterlo, ma comunque ti senti preda della macchina turistica locale e del villaggio che vive esclusivamente dei soldi dei turisti occidentali. Non me ne lamento, ricordo esperienze peggiori in Marocco o Tailandia, dove persone poco raccomandabili abbordavano turisti zaino in spalla e Lonely Planet in mano ad ogni fermata dei bus del villaggio di arrivo. Sanno già da dove vieni, dove vai, cosa vuoi vedere e cosa spendere. Ti offrono ostelli, cibo, droga, sesso, tour e tutte le cose di cui un turista occidentale è in cerca. Ti senti in gabbia, finisci per odiare tutti, non guardi in faccia le persone, non rispondi ai loro fischi o domande, cammini veloce cercando di seminare gli scocciatori: è da veri cafoni ma è l'unico modo per sopravvivere, mantenere un minimo di autonomia e senso di avventura, nonché un modo per non farti fregare e svuotare il portafoglio.

Al tempo stesso è vero che moltissimi turisti gradiscono il turismo di massa, quello organizzato nel minimo dettaglio. Quello da pecore, di gruppo, dove ti passano da persona a persona, segui uno schema pensato da altri ma che a te tutto sommato sta bene. Bandierine e cappellini di colore uguale per tutti. E' il caso, ad esempio, dei turisti cinesi. In Cina il numero dei ricchi e ricchissimi aumenta ogni anno, gente che non sa dove buttare i propri soldi e che sempre più spesso viene in viaggio (organizzato) nei paesi europei e dell'America. Un notevole giro di affari, di soldi e di opportunità di lavoro per noi cittadini del Bel Paese, specie per chi la Cina e i cinesi li conoscono bene: sinologi sveglia!

Ultima considerazione in tema di ostelli. Ne abbiamo visti diversi durante questi giorni di viaggio. In particolare ne ricordo uno a Leon, piuttosto economico e decisamente dotato di ogni servizio al suo interno: ok letti e docce, servizio internet, acqua da bere, cucina, bar, tavolo da biliardo, amache all'aperto, mini biblioteca, organizzazione di tour e via dicendo. Il giorno la gente sonnecchiava e si rilassava in giro, la sera birrette e musica per tutti, quasi fosse una piccola festa.
Insomma, l'ostello che diventa non solo un posto dove passare la notte (un letto in una camera d'albergo) ma anche e soprattutto un luogo di riposo diurno, dove cazzeggiare, conoscere altra gente, leggere, usare internet, giocare a biliardo, ecc... Un'alternativa all'andare in giro per la città. Si potrebbe viaggiare solo per ostelli, ovvero visitando solo ostelli e vivendo al loro interno durante tutto il viaggio. Un'altra forma di nichilismo.
C'è chi va in viaggio solo per visitare pub o bar. Adesso si fa lo stesso anche con gli ostelli. Una sorta di "Hostel-crawl".

Con V. ci siamo salutati in bus, abbraccio e pacca sulle spalle. Il nostro viaggio per ora termina qui, le nostre strade si dividono. Lui resta ancora qualche giorno in Costa Rica, io invece tiro dritto verso sud, direzione Panama. Per 48 ore non ho fatto altro che salire e scendere dai bus. Ho speso una notte a Puerto Viejo de Talamanca, nella parte meridionale del paese, al confine con Panama. Altro posto molto turistico, pieno di giovani occidentali, bar, feste, spiagge, erba e comunità Garifuna. Ho dormito in uno degli ostelli più fighi mai visti, il non plus ultra del freakkettonismo caraibico. "Rocking J." mi pare si chiami il posto. Birra a go go, feste in spiaggia di sera e si dorme su amache. Da paura!



  


1 Comments:

At 7:39 PM, Anonymous Quello di Hong Kong said...

Claro que eres un jiho puta como yo

 

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