Diario di un prof: contro il voto
Sì, lo so. Da anarchici è facile sbraitare contro il giudizio agli studenti e contro gli esami in quanto tali. Anche da professori. Credeteci o no, dare un voto agli esami dei miei studenti è la cosa che non solo odio di più ma che mi riesce più difficile. Sbaglio proprio. Mi hanno bocciato come valutatore. Non scherzo. La segretaria mi ha detto di riconsiderare tutti gli esami e i voti, troppo alti secondo gli standard non solo del dipartimento ma dell'università in generale.
Troppo buono io? No, è semplicemente patetico il voto. Andasse al diavolo! Non si studia per il voto cazzo, lo dicevo da studente e lo penso tuttora che sono dall'altra parte dei banchi. Eppure è mio dovere esprimere giudizi sull'operato degli studenti. Mi pagano anche per questo. Ma odio fare il giudice.
Diciamocelo: un giudizio non è mai obiettivo. Neanche con tutta la buona volontà e lontani da ogni corruzione. Sono innumerevoli le cose che vanno ad influire sul giudizio che dai ad uno studente. Tanto per fare un esempio semplice semplice stupido stupido, ho una studentessa che una volta è venuta a farmi una critica con tono aggressivo. Forse ce l'ha con me, non so. Ovviamente mi è andata subito sul cazzo. Ma ha una bella testa, la critica era fondata e ha una capacità di analisi che altri del suo corso non hanno. E scrive bene. Se prendo in mano un suo compito che diciamo vale 60/100 cosa faccio, le aggiungo 20 punti perché è brava? Le tolgo 20 punti perché è stronza? Non aggiungo e non tolgo niente, dando 60 anche ad un altro studente che magari vale meno di lei? Una valutazione non può essere oggettiva, è relativa a tante cose, al livello della classe, all'anno di corso, al tema affrontato, da chi lo sta affrontando, dalla situazione personale dell'allievo eccetera eccetera eccetera.
Odio valutare un esame. Scrivetemi 20 numeri di fila da 40 a 75 e li uso come voti per il prossimo esame. Random.
Evviva il 100 politico!
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