La mia su feisbuc...
Feisbuc, social network che ha cambiato la vita di tante persone (Zuckerberg in primis), feisbuc di cui in molti parlano e tutti (o quasi tutti) fanno uso.
Io me ne guardo bene dall’apprezzare o dal demonizzare questo pazzo pezzo di feisbuc. Trovo divertente lo spazio dove ti chiede, quotidianamente, “What’s in your mind?” (Cosa ti gira per la testa?). Come suggeriva una mia amica, la risposta non può che essere “Cosa mi gira per la testa? Che passare le giornate di fronte a questo infernale strumento è quanto di peggio mi potesse accadere, ecco cosa mi gira per la testa!”.
Beh, i motivi per i quali ci sta sul cazzo feisbuc (nonostante pare proprio che non se ne possa fare a meno) sono tanti ed evidenti. Me ne sono reso conto solo una volta che ho lasciato la Cina (dove feisbuc è censurato) ed ho fatto ritorno in Europa. Decine e decine di amici e amiche tossicodipendenti di feisbuc, da stare su feisbuc 24 ore al giorno, mangiare davanti a feisbuc, studiare davanti a feisbuc, scopare davanti a feisbuc, organizzare una festa o una partita a calcetto davanti a feisbuc…
Io trovo feisbuc perfetto, ad esempio, per i sondaggi: avendo un cospicuo numero di “amici” su feisbuc (diciamo mille) puoi scrivere quello che ti passa per la testa e vedere cosa e come reagiscono i tuoi amici. Che commenti fanno, che risposte danno o che grado di apprezzamento ottieni. Studiare i membri di feisbuc è un po’ studiare la società in generale, la gioventù nel particolare. Tramite feisbuc scopri i gusti musicali, artistici, politici, sessuali, gastronomici, sportivi della gente. Vedi “dove sta e cosa fa” la gente. E con chi. Feisbuc ti dice più dei quotidiani, più dei libri, più della televisione. Perché è un canale di massa, direi quasi democratico.
E già. Siamo ridotti così male in occidente che per salvarci il culo ci stiamo affidando ai social network come feisbuc. È l’ultimo strenuo tentativo di salvare la “democrazia”, ormai in una fase di cessata attività cerebrale, minacciata dai modelli di “State – capitalism” asiatici. Dicono che la primavera araba non sarebbe scoppiata senza i social network.
Chiaramente feisbuc è figlio dei nostri tempi: consumismo, individualismo, solitudine, asocialità. Mito, religione, ideologia: sono morti, oggi non bastano più. Serve un cyber spazio dove creare e ricreare i nostri alter-ego e inventarci vite che non riusciamo ad avere altrove.
Non sto però dicendo che feisbuc non sia parte della vita reale. Lo è. La storia che leggi in un romanzo è molto meno reale di feisbuc. Perciò non capisco chi dice “smettila con feisbuc, esci di casa e confrontati con la vita reale”. Non è irreale la vita di fronte a feisbuc. È solo un’altra forma di realtà. Quelli come Zuckerberg hanno intuito questo e l’hanno trasformato in prodotto di mercato.
Chiamali scemi...
5 Comments:
Ciao Daniele, come va? riguardo ai social network, ai blog e a internet penso una cosa: è molto più facile mentire, accettare cose che non si accetterebbero nella realtà, essere uno strumento di studi di mercato, cosa che feisbuc fa senza nasconderlo, per esempio. La rete è uno spazio libero e dove tutto è possibile, proprio tutto. Questa sua potenza a mio parere non è facilmente gestibile da una persona. Idealmente la libertà totale può far perdere la testa se uno non sa come usarla, domarla. Parliamo di wikipedia per esempio. Chiunque può scrivere fregnacce storiche e d'informazione senza controllo. Non è fatta da gente specializzata e viene controllata, "migliorata" dalla stessa gente che scrive le fregnacce. Ecco il problema. Se devo cercare un'informazione seria guardo ancora la treccani di mia madre se sono in Italia, altrimenti uso vecchi libri di università, compagni inseparabili nei miei cambi di vita repentini. Internet è quasi inaffidabile, perchè è fatto da persone e le persone sono inaffidabili.
"Tramite feisbuc scopri i gusti musicali, artistici, politici, sessuali, gastronomici, sportivi della gente. Vedi “dove sta e cosa fa” la gente. E con chi. Feisbuc ti dice più dei quotidiani, più dei libri, più della televisione. Perché è un canale di massa, direi quasi democratico."
Non è un campione statisticamente valido. Se lo sapevi e non l'hai scritto perché non fa fico, sei sfico. Se non lo sapevi, sei sfico.
La gratuità e grettezza del precedente messaggio è in parte giustificata dal fatto che ieri notte ero sia amareggiato che in stato emotivo alterato. Ci tengo a precisarlo.
marco, son d’accordo ma mi sembra che alla fine sia tutta una questione di principio di autorità. I libri di cui parli sono vecchi, non aggiornati, statici. Chi dice che hanno più voce in capitolo di ciò che trovi in rete? Alla fine uno crede a ciò che più gli conviene e nel mondo accademico mi sto accorgendo che non è molto diverso. Ma non lo dire a parkadude, lui fa lo scienziato di mestiere, si incazza a sentire questi discorsi ;)
parkazzo, più che "sfico" direi “sfigo”, che sta per “sfigato”. sfigato io? una delle poche certezze, senza bisogno di feisbuc per dimostrarlo ;)
Ciao Daniele. Sono d'accordo con te, ma penso che ci vuole allenamento per leggere le informazioni su internet, ci vuole comunque una conoscenza dietro no? Conosco molte persone che si affidano solo a internet per sapere le cose e secondo me è pericoloso. Ci vuole un'educazione per l'uso di internet soprattutto per i più giovani. Non può essere il solo canale. Vedo la differenza che riscontro tra me e mio fratello più piccolo per esempio. Parlavamo della Libia. Le sue informazioni provenivano solo da internet e ciò che sapeva era distorto e poco obbiettivo, tipico di una conoscenza che come base ha la rete. Tutti posso dire tutto e ciò può essere bello e democratico, ma spesso e volentieri non si sa chi sta formulando il discorso, su che basi, non so se mi spiego. Bisogna continuare a leggere, leggere e leggere i libri e poi confrontarli con internet, aggiornare il pensiero, ampliare i discorsi, ma partendo da basi solide e non superficiali non credi? Internet è uno strumento fantastico ma molto superficiale, tendenzioso e distorto a volte.
Post a Comment
<< Home