Succede solo in Cina (o forse no)
Serata in un bar nel centro di Pechino, alle due di notte con altre tre amiche prendo un taxi per tornare a casa. Dopo mezz'ora di strade deserte, due delle mie amiche scendono dal taxi perché arrivate a destinazione, mentre io e la terza ragazza proseguiamo verso casa. Arrivati, pago il tassista e mentre scendo noto un cellulare nel sedile posteriore. Lo prendo. Non è della ragazza che è con me, evidentemente è di una delle altre due ragazze.
È uno di quei cellulari ultimo grido, un iPhone. Provo a farlo andare, ma c'è una password da inserire. Bene, domani lo riporterò alle mie amiche. Poco dopo squilla l'iPhone in questione, mi aspetto una voce femminile italiana ed invece é un vocione da uomo. Cinese. Mi rigrazia per avergli ritrovato il cellulare e mi chiede il piacere di restituirglielo. “Ok - faccio io - domani mattina vieni qui in università”. Il tipo tutto contento mi ringrazia a non finire e attacca quelle cose alla cinese tipo “ti invito a pranzo”, “diventiamo amici” e via dicendo.
Il giorno dopo mi chiama, mi dice che è arrivato e mi aspetta all'ingresso. Mi presento dopo dieci minuti, noto un signore distinto, sui quarant'anni, che si guarda intorno. “E lei il signore del cellulare?”. Il tizio mi guarda sbigottito: “Non mi aspettavo uno straniero...”. E giù mille ringraziamenti e pippe varie. Dice di aver perso un altro iPhone la settimana prima. Complimenti!, penso. Faccio per andarmene ma mi allunga una busta di cartone con dentro qualcosa. “Questo è per lei, per mostrarle la mia riconoscenza. È un cellulare”. Se il tipo ha i soldi per perdersi un iPhone a settimana (che costa sui 450 euro, sbaglio?) di sicuro non fa il mendicante di professione. Forse dovrei prendere il cellulare. “No, guardi, non posso accettare”. Maledetta buona educazione. Maledetto disprezzo per denaro e proprietà. “No, lo deve accettare. Io sono il vice presidente di una compagnia di telefoni cellulari, accetti questo regalo. E se ha qualche problema a Pechino mi chiami”. Mi allunga un biglietto da visita e il cellulare. “Va bene, lo prendo. Grazie”. E prima ancora di sentirmi in colpa per come sono andate le cose il tizio sparisce. Torno verso il mio dormitorio, cercando di capire cosa sia successo... l'iPhone nel taxi, questo tizio pieno di soldi, questo cellulare con video, internet e mille funzioni che non ho mai neanche sognato di avere. Strana la vita.
Incontro per strada un amico giapponese e gli racconto dell'accaduto. Risposta: “Sei un coglione! Dovevi tenerti l'iPhone”.
O forse no?
2 Comments:
Una storia edificante.
E comunque sì, succede solo in Cina.
E a sapere chi cacchio era il tipo, chissà quanto valevano i contatti, i messaggi e i documenti eh :p
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