Monday, November 15, 2010

穷学生租房

Dedico la visione di questo film a tutti noi. Si intitola《我们俩》, titolo inglese 《You and me》, della regista cinese 马俪文 Ma Liwen. È la storia di una giovane cinese alle prese con le mille fatiche della vita da studente fuori sede. In primis, l'affitto della casa. Ambientazione, gli hutong di Pechino. E ho detto tutto.

http://v.youku.com/v_show/id_XMTk1NjIyMDEy.html

A tutti noi, studenti squattrinati sempre alla prese con una stanza in affitto da cercare. E un padrone con cui contrattare e un coinquilino con cui litigare. In città aliene e alienanti, sbattere il muso con prezzi esorbitanti e la speculazione edilizia contro la quale avere sempre una pietra da scagliare.

In Italia, come in Spagna in Polonia o a Pechino... a tutte quelle che volte che ci siamo ritrovati in strada con due valigie, uno zaino e una chitarra. Frustrati e angosciati nel cercare un nuovo posto dove stare. A tutte le volte alla stazione. Spesso con una bottiglia in mano e un'altra vicino al sacco a pelo. A tutte le volte che “ti dispiace se passo la notte qui?”. A tutte quelle che la porta sempre aperta ai due punkabbestia di passaggio con cane al seguito. A quelle volte che hai dovuto dire “mi dispiace, non ho proprio posto e il mio coinquilino è uno stronzo assurdo”, ma poi in cucina, tra il tavolo e il forno elettrico sei riuscito a buttare una coperta per il tossico di turno. A tutte le volte “hanno cacciato di casa Tizio, qualcuno può ospitarlo per qualche giorno?”. A quelle volte che anche se già in quattro in camera non ci siamo fatti problemi ad ospitare altri dieci amici in trasferta per una manifestazione nazionale o un festival del cinema. A tutte quelle volte che il padrone era un vero figlio di puttana e prima di farci buttare in strada gli abbiamo lasciato un ricordino sul portone di casa. A tutte quelle volte che in coro abbiam gridato “la casa è un diritto!”. A quelle volte che abbiamo scavalcato cancelli e ci siam arrampicati attraverso i terrazzi perché dal portone principale non potevamo entrare. Alle volte che “affitto” era parola da privilegiati e per noi andava solo “subaffitto” o “affitto” con trenta “sub” di prefisso davanti. A tutte le volte “non si affitta alle matricole” o “vietato fumare e portare estranei in casa”. Alle volte “tieniti pure la caparra, io mi rubo il videoregistratore e mi porto via tutti i libri”. A quelle volte che disperato hai bussato ad un portone. E a quando “vado a studiare a Budapest per un anno, conosci qualcuno da quelle parti?”, “No, ma lo zio di un mio amico ha un'amante che abita in un villaggio ungherese a soli cinquanta chilometri”. A quando “ciao mamma, sì tutto bene qui, l'affitto è economico e la coinquilina ama cucinare” dalla cabina telefonica di un bar di periferia. Alle volte buttati su materassi di fortuna, tra gatti e polveri varie. Su divani da contendersi e via vai perenne di persone. A tutti quelli che su di noi e sulle nostre minime necessità da studenti fuori sede hanno speculato e mangiato. Speriamo sia andato loro tutto di traverso.

A tutte queste volte e a tutti noi, porca eva! Ora e sempre solidarietà!

1 Comments:

At 10:36 PM, Anonymous sobbing greg said...

leggo sempre con la lacrima i tuoi post nostalgici-romantici-neo-proletari-anarchici-radical-insurrezionalisti ecc....

abbraccio braus!

 

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