Lettera aperta ai giovani maceratesi
Carissimi amici,
ecco qui l’articolo che aspettavo da tempo:
http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/macerata/cronaca/2010/04/03/313365-padre_disperato_figlia.shtml
Probabile che una lettera del genere non ci faccia né caldo né freddo, di casi del genere ne conosciamo sin troppi e non abbiamo bisogno di leggerne dai giornali.
Da tempo però avevo in mente di realizzare una mini ricerca, una sorta di reportage sul “mondo dell’eroina” nella terra che spero sentiamo ancora nostra, Macerata e provincia. Vivendo in Cina non ho avuto occasione di mettermici, ma a quanto sembra al 99% i mesi di luglio e agosto li passerò proprio a Macerata.
Vorrei dunque “coinvolgervi” (in senso lato, che va dal semplice scambio di idee ed email a scambio contatti a venire con me a fare il reportage o altro) in questa cosa.
Perché l’eroina? Sono l’ultimo a demonizzare l’eroina o considerarla diversa da altri tipi di droghe, ma credo l’eroina abbia delle particolarità che meritano l’interesse generale più di altre: 1) dà fottuta dipendenza 2) la prendono sempre più ragazzi e sempre più giovani 3) uccide 4) è forse più di altre legata ad uno stile di vita o psicologia del singolo
Perché il reportage? Inutile dirlo, non ha fini di lucro. Che fare poi col prodotto finito (sia esso un reportage, una collezione di dati, un articolo o altro)? Non so, magari “niente”, ovvero tenerlo per noi, parlarne con gli amici, farlo leggere in giro o anche pubblicarlo su qualche rivista o giornale del territorio, si potrebbe anche pensare di proporlo (ma non di coinvolgere) istituzioni quali il SERT o comunità di recupero, etc…
Che reportage? Non so bene, possiamo discuterne insieme. Di base, io che avevo pensato di occuparmene da solo, pensavo di incontrare e fare interviste molto informali (sicuramente non video, probabilmente neanche a registrazione audio) con ragazzi che fanno uso di eroina (sia che ne facciano uso da un anno che da venti, sia che la prendano una volta al mese che due volte al giorno), andare a fondo nelle interviste e cercare di “aprire” l’intervistato alla sua sfera più intima e personale, al suo rapporto con la droga in senso lato. Cercare risposte a domande “come, perché, come cambia la tua vita, come quella della gente che ti sta accanto, etc…”. Non ho questionari, sulle domande possiamo lavorare insieme. Possiamo cominciare il lavoro a fine giugno e terminarlo come e quando vogliamo, in un mese, due mesi o lasciarlo aperto a lungo tempo. Io pensavo di intervistare non più di un trenta-cinquanta persone.
Perché la gente (in generale) o gli eroinomani (in particolare) dovrebbero essere interessati e collaborare? Non so, probabilmente non lo sono, non lo sapremo mai finché non ci proviamo. Io parto da due punti di vista: 1) credo sia ora passata di porci domande sulla droga e di farlo con una prospettiva diversa di quella che avevamo fino a qualche tempo fa 2) non mi capita spesso di leggere rapporti sulla condizioni di gente con “problemi” (ammesso che un problema sia) di eroina nel maceratese
Metodo e prospettiva? Non voglio avere assolutamente né pretese o risultati da raggiungere o teorie da dimostrare (semplicemente andiamo a cercare di capire qualcosa) né un approccio arrogantemente scientifico, freddo e distaccato, né del giornalismo “ti uso e getto”. Non ci sono indagatori e indagati, intervistatori e intervistati. Ottimale sarebbe se il reportage è realizzato non “su” ma “da” gente che fa uso di eroina. Fine del reportage secondo me è farci tutti quanti delle domande (cercando di trovare risposte) su una realtà che riguarda e coinvolge la nostra comunità TUTTA. Indipendentemente dal fatto che usi o meno eroina, che la vendi o la sniffi, che conosci eroinomani o non ha mai neanche visto una siringa, io credo che la questione sia questa: se un mio amico fa uso di eroina, vuol dire che l’eroina non è un problema che non mi riguarda.
Liberi da ottiche moraliste o benpensanti, nessuno chiede qui di far finta di non essersi mai drogati o di smettere domani di farci le canne, si tratta solamente di andare a capire meglio qualcosa che davvero ci riguarda da molto vicino e farlo da soli, indipendentemente, sciolti da canali istituzionali o dall’informazione main strem.
Tutto qua. Se siete interessati a collaborare o anche semplicemente “dire la vostra a riguardo” sapete che a me fa sempre e solo piacere.
Gira voce che oggi sia Pasqua. Non festeggio una Pasqua dal 1913 credo. Ma buona Pasqua lo stesso.
“Il vento non smetterà di soffiare neanche quando gli alberi saranno stanchi”
Daniele
1 Comments:
un video di elizabeth pisani, giornalista ed esperta di malattie infettive. un po' troppo yankee-style, ovvero "come ridicolizzare il tutto e divertirci anche parlando di situazioni tutt'altro che divertenti" ma comunque interessante e statistiche utili per capire alcune dinamiche del rapporto tra l'hiv, lo scambio di siringhe e il sesso non protetto:
http://www.ted.com/talks/elizabeth_pisani_sex_drugs_and_hiv_let_s_get_rational_1.html
grazie vale per il link
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