Conflitto etnico
156 morti, mille feriti e oltre mille arresti. Non sono niente. Per i numeri cinesi non sono davvero niente. Ai cinesi piace parlare di numeri. Forse perché non ne possono fare a meno. I demografi trovano il loro Paradiso in Cina. La Cina ha la popolazione più numerosa al mondo. Un taxista cinese a Pechino si mise a ridere quando gli dissi che a L’Aquila erano morte più di 300 persone sotto le macerie. Nel Sichuan ne morirono 70.000. 70.000 è un numero, 300 no.
A Urumqi è scoppiato il conflitto etnico. Uighuri contro han. Il governo cinese è da sempre alle prese contro separatisti ed indipendentisti. Contro chi, insomma, in nome di una diversità culturale, etnica o religiosa, vorrebbe maggiore autonomia e indipendenza dal governo centrale di Pechino. Pechino ha attuato una politica ben precisa: rendere i territori a rischio separatista pieni di gente di etnia han, rendendo cioè in minoranza l’etnia autoctona. Così hanno fatto molto tempo fa in Mongolia Interna e Xinjiang, così hanno fatto nella Regione Autonoma del Tibet negli ultimi decenni. Migrazioni di massa. E gli autoctoni che diventano minoranza e non possono più rivendicare nulla.
Il punto è: è una politica che funziona? E soprattutto: è priva di rischi? A quanto sembra no. Basta vedere le sommosse a Lhasa e Urumqi. Qualcosa non ha funzionato. Ed è scoppiato il conflitto etnico. Persone che si ammazzano tra di loro in nome di un’appartenenza etnica. Per altro tutt’altro che ben definita o storicamente delineata. Le discussioni su etnia o identità sono di una complessità inimmaginabile. In Cina ancora di più, dove l’etnia “han” altro non è che una “invenzione” di Sun Yatsen, padre della Repubblica Cinese. I cinesi non esistono. O meglio, non è facile distinguerli o accomunarli sotto un’unica etnia. Pensate solo a quante lingue e dialetti esistono in Cina. E a quante etnie “minori” non riconosciute ci sono. Basterebbe fermarsi un momento a ragionare su questo per evitare spargimenti di sangue in nome di appartenenze etniche tutt’altro che chiare.
Ma poi penso alla Lega Nord di casa nostra. E mi rendo conto che ai cinesi non c’è nulla da insegnare.
Foto: CBC
5 Comments:
世界上没有无缘无故的恩怨, 维族的恩怨放一边。
谈谈我们之间的仇恨,等真正爆发的一天,不要忘记是你们意大利的博士研究生。 感谢所有教我法语,意大利语的朋友,让我认识了欧洲人的阴险和丑陋, 谁会是下一个Moro呢
Per seguire le recenti vicende che riguardano la regione del Xinjiang (in lingua italiana e castigliana):
http://www.china-files.com/
Solo il cinese molto è cinese buono, ecco la natura dei diritti umani....
Grazie, Napolitano;
Federico Rampini, tempo di scrivere un'altro nuovo libro..
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