Friday, May 08, 2009

Finestra sul mondo: due chiacchiere con l’anziano cinese senza fissa dimora.


Ieri sera ero seduto fuori da un locale con tanto di concerto punk, sbevicchiando birra, indeciso se entrare o meno: la musica si sente anche da fuori e il primo gruppo faceva cagare.

Fuori dal locale diversi giovani cinesi, qualche punkettone e molte bottiglie di birra vuote. Passa a raccattarle un anziano cinese, uno di quelli che in Italia chiamiamo “barboni”. Raccoglie diverse bottiglie di vetro e di plastica, domanda qualche spiccio in giro e a me chiede una sigaretta. È un volto noto, l’ho visto spesso a battere moneta ai giovani stranieri ubriachi il sabato sera di fronte ai locali alla moda di Wudaokou.

Mi si siede vicino e mi chiede da quale paese venga. Cominciamo una conversazione che non durerà più di cinque minuti. Alla fine decido di entrare, il secondo gruppo era decisamente più punk.

Mi racconta di aver 65 anni, di vivere a Pechino da 4. E’ originario dello Shangdong, una provincia orientale. Viene da un villaggio sperduto nelle povere campagne cinesi. Faceva il meccanico di macchine. Ha cominciato nel 1965 e ha perso il lavoro nel 2005. Ha una figlia che a sua volta ha tre figli e non può occuparsi di lui. Per questo ha deciso di venire a Pechino in cerca di fortuna. La fortuna consiste nel fare il barbone, tirando a campare rivendendo vuoti di bottiglia e snocciolando monete in giro. Mi ha detto il suo nome, ma non so come si scriva e non credo serva a molto scriverlo qui. È decisamente troppo anziano e malridotto per trovarsi un lavoro dignitoso. Morirà da queste parti. Non vuole tornare a casa, ha perso la terra e non vuole pesare sulla sua famiglia.

Lo rincontrerò in giro. Al prossimo concerto. Alla prossima birra.

2 Comments:

At 2:35 PM, Anonymous Anonymous said...

imparato molto

 
At 2:35 PM, Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

 

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