Sunday, February 22, 2009

Incontri


Capita abbastanza spesso per noi studenti squattrinati di andar a fare da comparse, da modelli, da ragazzi/e immagine nelle TV show, nelle telenovele, nelle pubblicita', nei film della nuova industria dello spettacolo cinese. Lo faccio da anni, ogni volta che sono a Pechino, anche se ho ventisei anni e mia sorella continua a chiedermi "Ma quando ti trovi un lavoro? Ma quando cominci a versare i contributi?". Diciamo che per adesso preferisco tirare a campare con le borse di studio e i lavoretti da comparsa.

E dunque l'altra sera ad una festa di compleanno in un locale nelle zone yeah di Pechino conosco una ragazza italiana. Il giorno dopo mi chiama, "Ho conosciuto un regista cinese, cercano un ragazzo ed una ragazza per una telenovela, tre giorni, trecento euro, vieni con me?", "Cazzo!" rispondo. E cosi' oggi ci incontriamo alla fermata della metro, il regista si presenta come il tipico regista cinese contemporaneo, sorriso barba incolta occhiali e cappello. Uno Spike Lee in versione cinese. Ci accompagna col suo sorriso fino al suo furgone, siamo in periferia di Pechino. Prima di entrare in auto mi fa "Cosa fai a Pechino?", "Studio, un dottorato in scienze sociali", "Pero'... stimi il presidente Mao?", cazzo di domanda, speravo fosse una battuta, "Insomma. E tu?", "Si', e anche la rivoluzione culturale" risponde serio. Penso gia' di aver fatto la prima figura di merda. Dopo un cinque minuti di furgone mi chiedo se siamo ancora a Pechino o in piena campagna, il regista ci spiega che non e' un regista ma un "supervisore artistico" (non so se in italiano si possa tradurre cosi'...), che ha lavorato con degli italiani nel 1981 per il film "Marco Polo", che ricorda qualche parola di italiano, che i genitori sono membri del partito, che lui e' socialista, che gli sono simpatici gli italiani perche' han il senso dell'umorismo, che la telenovela ha a che fare col Partito Comunista Cinese. Entriamo in un mega edificio che funge da luogo per le riprese, uffici e dormitorio per tutta la vasta troupe di tecnici ed attori. Simpatico il regista che non e' regista, ride spesso e fa battute senza sosta, parla mandarino scandito, ci parla di lui e della sua vita mente ci mostra i luoghi e ci presenta ai vari signori che incontriamo lungo la strada. Finalmente ci fa entrare in una stanza dove ci sono il regista e "il gruppo dirigente". In breve capisco che non andiamo bene, cercano giovanissimi occidentali che parlino cinese madrelingua. Insomma, non noi. Ci offrono the' e sigarette, il regista, persona educata e curiosa ci bombarda di domande su economia italiana e cultura occidentale. Mi guardo intorno e cerco di seguire questa conversazione tra quelli che diresti intellettuali cinesi a tutti gli effetti, informati e pacati, discutere di politica internazionale, storia, mercato, cinema, violenza. Mi sento tanto un coglione, mi presento come studente di cultura e societa' cinese ma mi bruciano subito con due uscite del tipo "Di sicuro conoscerai l'imperatore Song XXX... di sicuro conoscerai lo scrittore latino XXX... di sicuro avrai sentito parlare dell'artista cinese XXX...", niente, non so niente e non so rispondere a niente, come sempre faccio appello alla mia loquacita', cerco di uscire di scena prima possibile e seguire questa conversazione tra mostri di cultura. E' andata male insomma, ma poca importa. Il "nostro" supervisore artistico ci porta nella sua stanza, ci offre frutta e facciamo due chiacchiere: sua moglie e' giornalista ma sono divorziati da diversi anni, ha un figlio di vent'anni che studia inglese, ha smesso di fumare quindici anni fa ma beve duro, dice che la Cina e' un grande paese, che negli anni cinquanta si viveva la rivoluzione e la gente era solidale, ma che senza la rivoluzione culturale sarebbe stata una Cina migliore; ci mostra foto dei suoi lavori, trucchi, costumi, attori e registi famosi, foto in bianco e nero di famiglia ed amici negli anni cinquanta, sessanta, settanta... resto esterrefatto, incredulo, l'acquolina in bocca... Padre e madre vicinissimi al Partito, un fratello e quattro sorelle, tutti sposati e tutti socialisti, tutti laureati in arti dello spettacolo, tutti intellettuali, tutti del Falungong (andatevi a vedere su internet di cosa si tratta, qui non posso linkare nulla perche' e' tutto censurato, uno degli ultimi temi ancora fortemente banditi dalla rete), "strano, vero?" mi chiede. Strano vero?!? Mai incontrato un signore del genere, cosi' aperto, scherzoso, sereno, acculturato e al tempo stesso cosi' legato alle ottiche di Partito, sebbene divorziato e membro di una setta religiosa illegale come quella del Falungong... Come se non bastasse mi racconta che nel giugno del 1989 una pallottola gli trapasso' la spalla durante i disordini a Tiananmen!! Magari si e' anche fatto qualche anno di prigione... Starei tutta la vita a parlare con questo signore, che continua a mostrarmi foto di lui con attori e registi famosi, lui che andava a scuola ed e' amico di Chen Kaige e Zhang Yimou...

Tramonta il sole e ci portano a cena in un ristorantino pulito ma molto "caratteristico" dove fanno cibo del nord est. Tutta la troupe saranno state una cinquantina di persone, mi siedo ad un tavolo con la mia amica italiana (imbambolata dal tipo per tutto il tempo, come me), alcuni operai e il fotografo ufficiale (il mastro dell'osteria, anziano ed ubriaco, faceva casino piu' di una cornamusa). Non faccio in tempo a posare il sedere che vedo camerieri intenti a portare casse di birra e grappa cinese in direzione dei nostri tavoli, "e' finita..." penso, le mani sulla testa e i gomiti sul tavolo, "qui mi portano a casa in carriola... se riesco ad uscirne fuori vivo...". Invece la cena non procede a sbronza violenta, ma solo qualche brindisi a confermare l'amicizia appena creata, e discorsi con questa tipa su basi militari americane nel mondo e musica punk. Alla fine ci salutiamo, ringraziamo il regista e gli altri, un autista ci accompagna alla fermata della metro, vento micidiale...

Bene, il lavoro per fortuna non ce l'hanno dato, ma non so quando mi capitera' di conoscere un tizio del genere, in una giornata felicemente ed ordinatamente incasinata come quella di oggi.

"Caro compagno XXX, viva le rivoluzioni, un brindisi alle rivoluzioni! A quelle che avete realizzato, a quelle che ci restano da realizzare..."

Branca Day!!

1 Comments:

At 9:05 AM, Anonymous Anonymous said...

solo una parola: invidia!!!:)

 

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