Wednesday, September 03, 2008

Pechino abbassati i pantaloni che sto arrivando!


Bene, ci siamo. La settima volta che vado in Cina in appena quattro anni. Comincio a chiedermi quale effettivamente sia la "mia casa" e temo che una volta a Pechino mi sentirò fottutamente tristemente "a casa". Due righe nel blog, fra poco l'ultima partita a calcetto con i paesani contadini del maceratese, stasera qualche bicchiere di vino (e qualcun altro di troppo), domani auto fino a Fiumicino, poi una decina d'ore fino a Pechino, scalo a Vienna e whisky al Duty Free. E' che odio preparare le valigie: sai già che dimenticherai qualcosa di sicuramente importante, porterai qualcosa di insopportabilmente inutile, starai in paranoia per il peso dei bagagli fino al momento del check-in, quando ti esibirai nell'ennesimo pianto greco di fronte alla commessa della compagnia, sperando che abbia buon cuore e tette sode.
Il dottorato a Pechino dovrebbe durare tre anni. Io penso di mettercene cinque. Ammesso che lo finisca. Probabile che mi rivedrete per Macerata fra un paio di mesi, nauseato dal dottorato e ricercato dalla polizia cinese, vagando in cerca di un'idea per la prossima destinazione, il prossimo progetto, l'ennesima balordata. Se così non fosse e resto a Pechino, tre cose ho da dirvi:

1) sembra che i dottorandi con borsa di studio abbiano diritto ad una stanza singola nel dormitorio; se così fosse vale la legge "stanza mia, stanza tua", cioè sono pronto ad accorgliervi in qualsiasi momento (potete portare anche mogli, figli, amanti, cani, gatti, iguane e/o clandestini), portatevi il sacco a pelo e preparatevi a stringervi un po'. Appena so l'indirizzo ve lo comunico.

2) ho scoperto una cosa: bisogna andare in Palestina! A lavorare come volontari per i palestinesi. Maggiori dettagli li fornirò a tempo debito, chiaro che è tutt'altro che "semplice e tranquilla". Mettiamolo in programma per la prossima estate, diciamo luglio/agosto 2009.

3) resta più vivo che mai il progetto Cuba, ovvero a gennaio ricorre il cinquantesimo anniversario della rivoluzione cubana (ricordate quando a sedici anni indossavate le magliette di Che Guevara alle occupazioni al liceo o a vent'anni vedevate le bandiere di Cuba ai cortei di protesta?!) e dunque la nostra presenza è d'obbligo. Io spero tanto di essere là tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. Aggiorniamoci.

Cominciate a mettere i soldi da parte. Appena metto piede a Pechino due cose ho da fare: 1) trovarmi soliti lavoretti (DI MERDA) per comprarmi il biglietto per Cuba. 2) trovarmi la fidanzata; è forse che ultimamente mi riscopro eccessivamente empatico e filantropo, ho bisogno di concentrare l'amore per gli altri verso una sola persona, preferibilmente femminile. E con gli occhi a mandorla.
Bene, torno alle valigie. Vi saluto come mi ha salutato per e-mail un amico africano:
"Paz a los infideles, y que mueran el resto ( don't remember who said this)"

A presto gente, in gamba sempre. A Pechino!!

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