Probabilmente è semplicemente così che deve andare. Ovvero porca vacca.
Avrei altro da fare ma stavo rivedendo alcune foto che ho nel portatile… cazzo, ogni volta ci si meraviglia di quanto trascorra in fretta e furia il tempo. E a volte sembra quasi che il tempo ti costringa egli stesso a fare i conti col tuo passato più o meno recente. Di solito questo capita proprio verso la fine di dicembre.
Probabilmente è semplicemente così che deve andare. Ovvero porca vacca.
Avrei dovuto scrivere una lunga lettera a Babbo Natale. Ho smesso di credere in Babbo Natale quando avevo 4 anni, cioè abbastanza da capire che i regali non vanno ai bimbi buoni ma ai bimbi figli di ricchi. Ero marxista già a 4 anni. Smesso di credere a Babbo Natale a 4 anni, ma mai smesso di scrivere letterine a Babbo Natale: il mio rapporto con lui è come quello con dio, NON CI CREDO, MA CI SPERO. SEMPRE. Questo dicembre sono stato troppo affaccendato per scrivere a Babbo Natale, eppure avrei dovuto, sono stato molto bravo direi, modestia a parte ho seminato molto e raccolto di più, spero di continuare così ma per ora mi accontento e godo, e la letterina a Babbo Natale l’avrei dovuta scrivere. Sono stato talmente bravo che questo 2007 è passato più veloce e più bello degli altri 2007 e degli altri 2000 e qualcosa in generale, anche se poi preferivo gli altri 2000 e qualcosa perché nel 2007 ho 25 anni e 25 sono troppi davvero, mi sento quasi grande, a volte proprio vecchio. Sembrano ieri i giorni di festa e anarchia per le campagne del maceratese e a Torino, poi Yu in Italia, le paranoie nei limiti del normale per la discussione di una laurea andata oltre le più laute previsioni, i lavori da interprete e da professore di cinese, la VITTORIA sulla borsa di studio, Londra e Barcellona, l’estate e la spiaggia mentre prendo un altro paio di diplomi mai da buttar via, IMPARA L’ARTE E METTILA DA PARTE mi trova particolarmente d’accordo questo detto e poi come dal nulla dal niente di ignoranza un viaggio di sola andata per il Tibet via terra passando per Mosca, Pechino e Turkestan. Infine questi ultimi mesi di studio e passione ancora a Pechino, lezioni e lavori part-time, nuove esperienze e conoscenze, nuove idee e speranze. E poi il regalo più bello, a Babbo Natale quest’anno non avevo chiesto niente eppure mi ha fatto il regalo più bello e serenamente inaspettato: il natale con i miei. Orrendo se di routine, splendido se improvvisato a settemila chilometri da casa dopo sei mesi che non vedevo il loro brutto muso. Va con dio natale, che io vado bene anche senza.
Buone Feste gente!
Pechino Uber Alles!
Probabilmente è semplicemente così che deve andare. Ovvero porca vacca.
Avrei dovuto scrivere una lunga lettera a Babbo Natale. Ho smesso di credere in Babbo Natale quando avevo 4 anni, cioè abbastanza da capire che i regali non vanno ai bimbi buoni ma ai bimbi figli di ricchi. Ero marxista già a 4 anni. Smesso di credere a Babbo Natale a 4 anni, ma mai smesso di scrivere letterine a Babbo Natale: il mio rapporto con lui è come quello con dio, NON CI CREDO, MA CI SPERO. SEMPRE. Questo dicembre sono stato troppo affaccendato per scrivere a Babbo Natale, eppure avrei dovuto, sono stato molto bravo direi, modestia a parte ho seminato molto e raccolto di più, spero di continuare così ma per ora mi accontento e godo, e la letterina a Babbo Natale l’avrei dovuta scrivere. Sono stato talmente bravo che questo 2007 è passato più veloce e più bello degli altri 2007 e degli altri 2000 e qualcosa in generale, anche se poi preferivo gli altri 2000 e qualcosa perché nel 2007 ho 25 anni e 25 sono troppi davvero, mi sento quasi grande, a volte proprio vecchio. Sembrano ieri i giorni di festa e anarchia per le campagne del maceratese e a Torino, poi Yu in Italia, le paranoie nei limiti del normale per la discussione di una laurea andata oltre le più laute previsioni, i lavori da interprete e da professore di cinese, la VITTORIA sulla borsa di studio, Londra e Barcellona, l’estate e la spiaggia mentre prendo un altro paio di diplomi mai da buttar via, IMPARA L’ARTE E METTILA DA PARTE mi trova particolarmente d’accordo questo detto e poi come dal nulla dal niente di ignoranza un viaggio di sola andata per il Tibet via terra passando per Mosca, Pechino e Turkestan. Infine questi ultimi mesi di studio e passione ancora a Pechino, lezioni e lavori part-time, nuove esperienze e conoscenze, nuove idee e speranze. E poi il regalo più bello, a Babbo Natale quest’anno non avevo chiesto niente eppure mi ha fatto il regalo più bello e serenamente inaspettato: il natale con i miei. Orrendo se di routine, splendido se improvvisato a settemila chilometri da casa dopo sei mesi che non vedevo il loro brutto muso. Va con dio natale, che io vado bene anche senza.
Buone Feste gente!
Pechino Uber Alles!
Foto: Kasghar, mercato degli animali. Donne! uomini! cavalle! date libero sfogo alle vostre fantasie sessuali!
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