Buon compleanno mio caro blog!!
Neanche me ne sono accorto, ma questo blog l'8 ottobre ha compiuto un anno di vita. 482 post rifilati ad un pubblico di amici ed amiche. Se non reputassi lo scrivere come tempo in assoluto meglio speso mi chiederei quante cazzo di ore ho buttato davanti a questo piccolo specchio della mia mente. Critico a modo suo, spesso cinico, fastidiosamente autoreferenziale, senza troppe pretese ma con gran voglia di dire e criticare. Valvola di sfogo. Amico nei momenti difficili. Bambola non gonfiabile. Ponte di bambù. Gatto con gli stivali. Tanti auguri cumpà!
Mentre oggi inizia il diciassettesimo Congresso del Partito Comunista (comunista?!?!?) Cinese, mentre dalla stanza dei mongoli provengono delle urla preoccupanti e mentre urla ancora più preoccupanti fuoriescono dal mio stomaco, mi sbilancio e mi regalo un altro post.
Già. Stamattina dopo una notte di bowling con i compagni di classe con gli occhi a mandorla (davvero preoccupanti le urle che escono dalla stanza dei mongoli stasera!!) sono andato a lavorare, comparsa in un film tanto per cambiare. 70 euro (di cui 10 da dare al mio agente, Seva) per tre ore di noia (da leccarsi i baffi). Ma noia stavolta neanche troppa, ho fatto la parte dell'occidentale in giacca e cravatta che, ubriaco di grappa, barcolla per le strade fangose di una Cina di inizio ventesimo secolo, importunando una elegante signora cinese. Quale attore migliore! Ho scosso la testa per tutte le tre ore. La mia dolce consorte di oggi (bella strappona) mi fa "Devi barcollare mentre scendi le scale, buttati addosso a me, abbracciami, cerca di baciarmi, esagera, non ti preoccupare". "...va bene" rispondo io. Forse ho esagerato con le mani, finita la scena è scappata via. Il regista aveva il pollice all'insù, l'agente cinese sventolava già i miei soldi nella mano destra mentre la sinistra era al cellulare, come sempre.
Quando le lezioni sono troppo noiose (specie oggi, dopopranzo e dopo una notte semi in bianco) ho sempre creduto sia meglio spenderle pensando ad altro, spegnere il volume del prof e concentrarsi sulla classe. Eravamo un centinaio oggi, quasi tutte studentesse, quasi tutte coreane. Ho pensato che per loro deve esser molto importante l'aspetto esteriore, molto più delle giovani romane a spasso per le vie del centro il sabato sera. Per tutte le due ore di lezione quasi tutte erano a truccarsi di fronte ad un minuscolo specchietto che tenevano aperto tra il libro di testo, unghie e capelli, altre a fissarsi le scarpe in tinta col cappello in contrapposizione alla cinta borchiata e a Mercurio che incontra Sirio in luna ascendente trentadue minuti prima del tramonto del sole nell'emisfero australe. Di quelle che non si truccavano molte dormivano, le altre prendevano appunti o facevano foto alle slides che il professore faceva scorrere alla lavagna. Meno male che ci sono i libri...
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