Ohhh.... finalmente una buona notizia...
Fonte: Unità Online
Un incremento delle esportazioni del 61,12%, oltre un miliardo di euro in più in un solo anno: è questa la cifra record registrata dall’industria delle armi del Belpaese nel 2006 secondo il rapporto annuale inviato al Parlamento dalla presidenza del Consiglio. Il primo dell’era Prodi che sarà discusso in aula. Il quadro che ne viene fuori è quello di un’industria che sembra non conoscere crisi e intoppi e che fa fare affari anche alle banche italiane che, sempre nel 2006, si sono viste autorizzate operazioni di incassi relativi al solo export di armi per quasi 1,5 miliardi di euro con relativi “compensi di intermediazione” per oltre 32,6 milioni di euro. Tra le cosiddette “banche armate” in testa troviamo ancora il gruppo San Paolo Imi e Bnp Paribas. Nel 2006 sui conti dell'istituto torinese sono transitati ben 446 milioni di euro frutto di transazioni internazionali per la compravendita di armi. L'anno precedente erano 164 milioni. Anche Bnp-Paribas supera la quota massima dello scorso anno, attestandosi sui 290 milioni di euro. Questi due istituti coprono da soli praticamente la metà delle transazioni dovute a esportazioni definitive. A seguire vengono Unicredit (in flessione del 15%), la Banca nazionale del lavoro (+33%), Deutsche Bank (-14%), Banco di Brescia (con uno sbalorditivo +95%) e Commerz Bank (in crescita dell'85%). Passando ai Paesi che beneficiano di tanto rifornimento bellico, troviamo al primo posto come destinatari dell’export nostrano gli Stati Uniti che oltre alla flotta di elicotteri presidenziali dell'Agusta acquistano dall'Italia armamenti di vario genere per un totale di oltre 349,6 milioni di euro. Seguiti a ruota da un Paese che nei rapporti di Human Right Watch si distingue per «vessazioni nei confronti delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani»: gli Emirati Arabi Uniti ai quali il Governo ha autorizzato la vendita di bombe, siluri, razzi, missili ed accessori oltre che di navi da guerra e quant’altro per oltre 338,2 milioni di euro. Da sottolineare inoltre che, anche se la destinazione principale delle autorizzazioni rilasciate riguardano i Paesi dell'Ue e della Nato (63,7%), nel 2006 le esportazioni effettuate per l'area extra Ue-Nato sono salite ad oltre il 44,2% e più del 20,2% dei sistemi d'arma finisce in una delle zone più calde del pianeta, il Medio Oriente e l'Africa settentrionale al quale sono destinate armi per un valore complessivo di 442,8 milioni di euro. Per non parlare della Nigeria che riceve armi per 74,4 milioni di euro o del microscopico Oman che si vede autorizzate importazioni di armi dall'Italia per oltre 78,6 milioni di euro.
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