Scusate se insisto: arte contemporanea cinese
Per i fortunati che vivono vicino Torino.
Fonte: Unità Online
Occhi scuri e allungati, capelli lisci, corporatura esile. Cinese, giapponese, coreano, che differenza fa? «Alllooksame»: sono (ci appaiono) tutti uguali. Sarà forse che noi occidentali non riusciamo a distinguere nulla dell´Oriente. Uomini e cose. Perché le cose si complicano ancor di più se si tenta di riconoscere e strappare allo stereotipo una megalopoli tutta traffico e grattacieli. O perfino un´opera d´arte. Proprio per far luce sulla complessità culturale e sociale ancora in larga parte inesplorata di questi paesi in continua trasformazione, Francesco Bonami presenta alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino (fino al 7 febbraio 2007) un´interessante parorama delle tendenze più attuali dell´arte orientale, una ricca selezione di opere d´arte contemporanea cinesi, coreane e giapponesi. Il titolo della mostra è stato preso in prestito da Alllooksame, un esilarante sito internet creato dal giapponese Dyske Suematsu, che si prende gioco dei luoghi comuni e pregiudizi occidentali nei confronti degli asiatici, presentando, come in un blog, test e giochini ironici sull´impercettibile differenza che sfugge ad occhi distratti e condizionati. Ideale punto di partenza della mostra sono i coloratissimi fumetti del coreano Im Gook, non a caso posizionati proprio all´inizio del percorso espositivo. Tavole che raccontano in modo immediato, con trovate semplici e divertenti, i principali movimenti artistici occidentali. Dal Medioevo all´età contemporanea, dalle immagini spirituali dell´arte gotica, ai personaggi un po´ alternativi e "fricchettoni" della pop art, le opere operano un interessante cambio di prospettiva, un rovesciamento di punti di vista, necessario per comprendere a pieno la complessa realtà dell´arte asiatica evitando inutili banalizzazioni. Ma è proprio vero che l´arte contemporanea orientale è tutta uguale? Curiosando per le sale si scoprono artisti giovanissimi, ma già affermati, che riflettono sui principali temi della contemporaneità: dal distacco nei confronti della tradizione, alla denuncia sociale e politica. Con un tema ricorrente: la città. È infatti il tessuto urbano con le sue continue trasformazioni, il difficile rapporto tra industrializzazione e impatto ambientale, così come la mancanza di punti di riferimento nelle metropoli cittadine, la grande angoscia della popolazione asiatica. C´è chi come il giovane coreano Park Junebum, punta sull´ironia presentando una versione molto personale del traffico cittadino in cui pedoni, autobus e automobili, appaiono come piccole pedine, fragili giochi per bambini manipolabili dalle mani dell´uomo. E chi, come l´artista giapponese Shoji Michiko, utilizza fredde sfere di vetro per isolare frammenti di città spettrali e disabitate, anonimi tracciati urbani senza centro che determinano un senso di spaesamento e lontananza. Prive di punti di riferimento e ugualmente alienanti sono anche le grigie megalopoli industriali ritratte nelle opere del cinese Xu Chen. L´opera intitolata b., 2005 all´inizio appare soltanto come una fredda registrazione di uno squallido paesaggio cittadino: un´ampia strada fiancheggiata da palazzoni e una folla che placidamente attraversa la strada. Soltanto ad uno sguardo più attento balza agli occhi un particolare inquietante che determina un senso di angoscia e straniamento: una strana figura dallo sguardo fisso e assente, afferra ben stretta in mano una sciabola sguainata. Da questo puzzle di visioni e interpretazioni deriva un interessante ritratto d´artista delle città orientali, percepite come disumani contenitori, informi agglomerati urbani privi di centro, in cui è difficile stabilire dei rapporti umani.
7 Comments:
quello che stavo cercando, grazie
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
molto intiresno, grazie
quello che stavo cercando, grazie
imparato molto
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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