Saturday, November 25, 2006

Sul carcere. Seriamente.


Oggi non so, ultimamente troppa roba nel cervello per cercare di far ordine, ora come ora proprio non saprei, ma fino a qualche tempo mettevo la Libertà, quella mia e degli altri, quella unica e individuale, come valore supremo, come misura delle cose, come causa prima e motore di vita. La Libertà innanzitutto. Sarà che da piccolo ero più ribelle degli altri, sarà che mi piacevano quelli "strani" e mi piaceva stare con loro, saranno stati quei libri di Bakunin, Kropotkin e Malatesta letti da troppo giovane per essere capiti o forse sarà stato il punk... La Libertà innanzitutto. Primo: voglio essere libero; poi in caso posso anche mettermi seduto a parlare con te. Oggi, come dicevo qualche riga fa, non so.
Ma aldilà di questo... Il carcere. Ci penso troppo spesso negli ultimi mesi. E non ne ho parlato quasi con nessuno. Bel posto di merda deve essere. In una società moderna e civile come l'Italia si chiama (da sola), un carcere è pensato come (credo) luogo dove il singolo è detenuto per evitare di nuocere agli altri, di fare altro male alla società. Di certo non può essere portato lì per essere torturato (la Santa Inquisizione è finita da un pezzo) né per punizione (sarebbe barbaro, e non avrebbe alcun senso castigare il male col male). Io continuo comunque a pensare che sia l'inferno in terra. O almeno lo sarebbe per me. Chiuso a chiave e privato della Libertà. E non voglio neanche pensare al fatto che per anni (o per sempre) non toccherai più una donna e anzi verrai pesantemente "toccato" da qualche vecchio ciccione. Niente viaggi. Solo violenze, odio ed esperienze negative. Una scuola per delinquenti. Il carcere come scuola per delinquenti. Non credo alludevano a questo Beccaria o Voltaire. Eppure conoscevo due tizi che ci erano stati in carcere, un foggiano e un bengalese, e mi dicevano che non si stava poi così male: in galera gira più droga che fuori, ci sono corsi per imparare mestieri, si imparano un sacco di cose, puoi leggere quanto vuoi, la storia della saponetta sono tutte minchiate e così via. Un posto di merda dove però per un po' ti tempo si può anche soggiornare. Ma poi tanto chi se ne frega. Il carcere a mio vedere è per due tipi di persone: il poveraccio e l'intoccabile. Il poveraccio in galera ci va comunque, se avesse i soldi per un avvocato avrebbe anche i soldi per un panino o una dose, non andrebbe a rapinare. L'intoccabile, il boss della mafia, il corrotto dell'alta finanza, il megapadronetirannoassoluto della signora lobby con la "l" maiuscola, quello in carcere ci va per scelta, perchè magari fuori se la vede brutta, allora quando non è più tanto giovane si "pente" e va a riposarsi in delle celle d'oro. Dico tanto per dire, ma penso che se entrassi in carcere io mi impiccherei il primo giorno, appena entrato in cella. Senza neanche il tempo di conoscere il secondino. Farla finita subito. Altrimenti poi il tempo passa, impazzisci e va a finire che ti ci abbitui al carcere. Magari in galera ci va anche gente che della libertà non gliene fotte molto. Magari non sono tutti giovani dei centri sociali, anarchici e milititanti della sinistra radicale che finiscono in carcere. Magari ci va gente che ci sta anche bene dentro. Ci sta felice. Magari sto vaneggiando. Quando vivevo a Roma, tra Facoltà di Lettere e amicizie varie ne conoscevo di ragazzi che andavo a fare manifestazioni e picchetti fuori dai carceri di Rebibbia e Regina Coeli. Io ci sono andato (o forse "capitato") un paio di volte anche, ma più per curiosità che per contestazione. Dei carceri non so che pensare. Di sicuro mi piacerebbe portare un po' di sollievo a quelli/e che stanno dentro. Non so bene come si fa. Non credo si possa entrare dentro e dire al poliziotto "Mi scusi, vorrei portare un po' di sollievo a qualche detenuto... ma se disturbo non si preoccupi, ritorno domani...". I due amici che erano "al gabbio" sono usciti prima che mi decidessi ad andare a trovarli. Ammesso che si possa. E' tutta da vedere. Ma anche nel mio piccolissimo mi piacerebbe fare qualcosinainaina. Perchè preferisco la morte alla cella. Non so che pensare del carcere. Ma di sicuro l'esistenza del carcere è la prova prima e tangibile che questo sistema non funziona. Se questo è il meno peggio dei mondi possibili, beh, ne abbiamo ancora molta di strada da fare.

Un saluto particolare ad Alessio e Simone

2 Comments:

At 7:02 AM, Blogger oakleyses said...

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At 7:19 AM, Blogger oakleyses said...

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