Cinesi anche gli spaghetti...
"Nel 2002, nei pressi della città di Lajia 拉加 nella provincia de Qinghai 青海 , regione situata a nord-est dell’altopiano tibetano, una campagna di scavo portò alla luce una sito risalente a circa 4.000 anni fa (tardo neolitico); in esso, sepolti a circa 3m di profondità furono trovati scheletri e oggetti vari che mostravano gente in fuga a causa di un antico terremoto che devastò realmente quell’area, seguito da una inondazione del vicino fiume Giallo; del corredo archeologico faceva parte una ciotola di terracotta dalla cui sommità spiccava un cespuglietto di fibre lunghe una cinquantina di centimetri, conservatesi grazie a condizioni fortuite. I reperti furono portati a Pechino presso l’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia delle Scienze, e lì giacquero senza ulteriori indagini. Nel 2004, nell’ambito della ripresa dei lavori di scavo a Lajia, iniziarono gli studi sui campioni di fibre e, sorpresa delle sorprese, esse si dimostrarono qualcosa che assomigliava a spaghetti schiacciati o tagliatelle, e le analisi rivelarono che erano fatte di miglio, privo di glutine, che era, allora, assieme al riso, il maggior prodotto agricolo. Questi spaghetti archeologici ricordano i lamian 拉麺 (semplificato 拉面) tutt’ora molto in voga nella cucina cinese. Per intenderci, i lamian di oggi sono quegli spaghetti che si preparano a mano, spesso in pubblico, a partire da un blocco di pasta che, lavorato freneticamente con le dita, con mosse cinematografiche che impegnano anche il corpo in una sorta di balletto ipnotico, diviene poi una specie di cordame di spaghetti separati e lunghissimi."
Fonte: https://www.china-files.com/pillole-di-cina-gli-spaghetti-dellarcheologo/
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