Il minuto di poesia
Mi tengo
a quest'albero mutilato
Abbandonato
in questa dolina
Che ha
il languore
Di un
circo
Prima o
dopo lo spettacolo
E guardo
Il
passaggio quieto
Delle
nuvole sulla luna
Stamani
mi sono disteso
In
un'urna d'acqua
E come
una reliquia
Ho
riposato
L'Isonzo
scorrendo
Mi levigava
Come un
suo sasso
Ho
tirato su
Le mie
quattro ossa
E me ne
sono andato
Come un
acrobata
Sull'acqua
Mi sono
accoccolato
Vicino
ai miei panni
Sudici
di guerra
E come
un beduino
Mi sono
chinato a ricevere
Il sole
Questo è
l'Isonzo
E qui
meglio
Mi sono
riconosciuto
Una
docile fibra
Dell'universo
Il mio
supplizio
È quando
Non mi
credo
In
armonia
Ma
quelle occulte
Mani
Che
m'intridono
Mi
regalano
La rara
Felicità
Ho
ripassato
Le
epoche
Della
mia vita
Questi
sono
I miei
fiumi
Questo è
il Serchio
Al quale
hanno attinto
Duemil'anni
forse
Di gente
mia campagnola
E mio
padre e mia madre.
Questo è
il Nilo
Che mi
ha visto
Nascere
e crescere
E ardere
d'inconsapevolezza
Nelle
distese pianure
Questa è
la Senna
E in
quel suo torbido
Mi sono
rimescolato
E mi
sono conosciuto
Questi
sono i miei fiumi
Contati
nell'Isonzo
Questa è
la mia nostalgia
Che in
ognuno
Mi
traspare
Ora ch’è
notte
Che la
mia vita mi pare
Una
corolla
Di tenebre
Giuseppe Ungaretti - I fiumi
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