Thursday, October 26, 2017

C'è Scuola e Scuola. Lettera di un docente.

 
"Gli immigrati dei miei due corsi sono ragazzi che sono arrivati su un barcone o con altri mezzi di fortuna dal Mali, dal Gambia, dalla Nigeria. Qualcuno dal Bangladesh. Prima la Libia e poi qua.
Le uniche due cose in cui somigliano a quelli della formazione professionale sono l’età e il basso grado di scolarizzazione. Per il resto sono molto più simili ai ragazzi americani dell’università: dentature perfette e bianchissime, altezze vertiginose, andature dinoccolate, clima di rilassata cordialità in classe.
Anche qua, sarebbe piuttosto facile descrivere l’aspetto narcisistico di questo nuovo lavoro, e raccontare quanto c’è di verace in persone dal destino sfortunato, che prive di mezzi hanno affrontato un viaggio pericoloso, spinte dalla voglia di migliorare la propria esistenza. Dovrei dire della soddisfazione che mi dà sentire Muhammad ripetere tutta intera una frase in italiano senza sbagliare i pronomi combinati, o del sorriso da bimbo che compare in faccia a Boubou, un energumeno di due metri per due dall’aspetto scontroso, quando azzecca l’articolo determinativo giusto per la parola “aereo”.
Ed effettivamente, in questo nuovo lavoro, c’è lo stesso appagamento che c’è in quell’altro, quello coi ragazzi italiani della formazione professionale.
Infatti è un altro lavoro di merda."

Fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2015-06-20/viaggio-termine-scuola-135356.shtml

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