Wednesday, October 25, 2017

流浪, anche detti 无家可归. Vagabondaggio con caratteristiche cinesi.


Vite di straccioni e vagabondi, grandi e piccini nel misero grigiore della stazione dei treni di 宝鸡 Baoji (陕西 Shanxi, Cina centrale). Video interviste di fine anni '90. Sembrano i bambini nelle fogne di Bucarest. Neri come minatori a Novosibirsk. Smilzi come Ciàula che scopre la luna nei racconti di Pirandello. Il peggior sub-proletariato sub-urbano dei primi sub-classici del marxismo vetero post-industriale britannico. Vivere nella monnezza del paese a breve più potente al mondo. A grappa e sigarette. A vomito e mal di schiena. Rotaie e problemi di mente. I botti di capodanno e le botte delle guardie. Il padre violento che batte la madre che batte. Lo sciamano. I liquami. Bottiglie vuote. L'assalto alla diligenza. Analfabetismo e spaghetti in brodo sconditi. Il colore più allegro è il bianco, che in Cina è il colore del lutto. Quella Cina in bianco e grigio. La Cina e i cinesi come li ricordo la mia prima volta là, febbraio 2004, ormai quasi 14 anni fa. Quella periferia pechinese sfilacciata e triste, polverosa e miserabile, post-sovietica e inarrestabile.

Un documentario cinese come pochi altri ne ho visti. Uno dei migliori.

铁路沿线 "Along the railway" (2000), di 杜海滨 Du Haibin


Canzone del vagabondo:

"我是流浪人"
我们都是流浪的人
长期流浪在外面
白天我端碗去要饭
晚上睡在火车站
叔叔阿姨们
你们都是有钱的人
把你的零钱给上一两分
可怜可怜要饭的人
大伯们大婶们
你们都是有儿女人
把你的女儿给上我一个
可怜可怜光棍的人

(questa invece parla di carcere e odio nei confronti delle donne)

刑满去,放我出监狱
家里一片荒凉地
孩子们穿着破烂的衣服
我他妈的活不下去
有一天我匆匆回家去
看见流氓抱着你
顽强的渡过那个的杀机
我她妈的想杀了你
杀了你,我良心过不去
不如跳江自杀去
滚滚的江水吞没你
让你去见上帝
上帝, 上帝
保佑我们和儿女
让他们知道世界上的女人没有一个好东西