Thursday, April 30, 2015

La vita è troppo bella per starsene con le mano in mano.

Era il 5 maggio 2001 e io ero in quinto superiore. Un sabato, mi pare. Giornata di sole, primo pomeriggio, relax con birretta sui tavolini fuori dal bar. Arrivarono degli uomini in divisa a dirmi di lasciare la bottiglia e andarmene di lì. E perché mai? Perché poco distante si stava radunando un gruppo di neo-fascisti di Forza Nuova per manifestare contro l'occupazione del centro sociale Sisma. Mentre mi allontano noto lungo il terrazzone fuori le mura del centro storico di Macerata alcuni ragazzi e ragazze di mia conoscenza, la giovane sinistra radicale ed anarchica della città. Li raggiungo in un attimo. Passa del tempo, arrivano "i neri" con le loro celtiche e il tricolore, partono gli insulti e i cori, un cordone di polizia in assetto antisommossa (mai vista una cosa del genere a Macerata, pensavo queste cose esistessero solo nei film o al TG1!) si frappone fra noi e loro. Cominciano a spingerci coi loro scudi di plastica, noi protestiamo, facciamo resistenza. Mi sdraio a terra (l'avevo visto fare, nei film o al TG1), qualcuno copia il mio gesto, uno sbirro in borghese ci intima di alzarci, poco dopo partono le manganellate. Pensavo queste cose succedessero solo nei film o al TG1. Fuggi fuggi generale, lancio di oggetti vari, qualcuno cade a terra, sbirri compresi. Mi guardo attorno, noto la sorella di un mio amico, una ragazzina delle medie che avrà sì e no 12 anni. Un ragazzo con la testa sanguinante e la sua fidanzata che si tocca la nuca. La tensione sale, volano urla, insulti, qualcuno richiama all'ordine e alla calma, arriva un'ambulanza, i giornalisti scattano le foto. Io me la cavai con una grande incazzatura e un bergnoccolo in testa: con quello andai poche ore dopo alla performance teatrale del nostro liceo.

Fu un brutto colpo per Macerata: non siamo abituati a queste cose da film o da TG1. Pochi mesi prima a Napoli c'erano stati scontri, due mesi e mezzo dopo al G8 di Genova avrebbero ammazzato un ragazzo, Carlo Giuliani. Napoli e Macerata furono un giro di prova, tanto per sgranchire i manganelli, quasi a dirci: non andate a Genova, teste di cazzo!

Oggi inizia a Milano un weekend di manifestazioni contro l'EXPO che sarà inaugurato il 1 maggio. A leggere i giornali e la rete, il clima sembra teso. Qualcuno propone paragoni con quanto avvenne a Genova nel 2001, altri si augurano che non sarà così. Anche stavolta e proprio a Macerata (guarda caso proprio lungo le mura del centro cittadino) alcuni poliziotti hanno caricato e manganellato degli studenti e attivisti dei centri sociali che contestavano il comizio super blindato di quell'improponibile personaggio politico che è Matteo Salvini. Anche stavolta un paio di feriti, uno con la testa spaccata. Oramai anche noi siamo abituati a queste cose, cose non più solo da film o da TG1. Questa volta non c'ero: non sapevo della mobilitazione ed ero impegnato con un tirocinio. Però ho visto le immagini di quelli che non si possono neanche chiamare "scontri" ma semplice e gratuita violenza. Soprattutto ho visto una ragazzina in prima fila, davanti al tipo con la testa sanguinante: è un'alunna della mia scuola, avrà 17 o 18 anni, la mia stessa età alla vigilia del G8 a Genova. Vederla nella foto sui giornali mi ha fatto venire un colpo al cuore, una reazione quasi paterna, ridicola. Poi ho pensato a me nella stessa situazione, 14 anni fa.

14 anni fa andai a Genova. Stasera sarò a Milano. Ho in testa tanti ricordi e una confusione crescente. Non sono più così deciso, determinato, incazzato e naive come una volta. Forse sono più cinico e disilluso. Ma credo che valga ancora la pena esserci. Informarsi. Informare. Dubitare. Criticare. Partecipare. Perché, anche se poi nulla porta a nulla e l'anarchico è sconfitto in partenza, come diceva ieri un cieco: "la vita è troppo bella per starsene con le mano in mano".

E buon primo maggio! 五一万岁!

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