Thursday, February 13, 2014

Diario di un prof: dell’uniforme


In un momento morto della lezione, oggi ho parlato con i miei alunni dell’uniforme a scuola. Sono appena tornati da un viaggio d’istruzione in Inghilterra, e non hanno potuto ovviamente fare a meno di notare questa pratica bizzarra d’oltre Manica: le divise a scuola.

In Italia il grembiule lo porti fino a dieci anni, poi si butta via. Già dalla secondaria inferiore gli alunni vanno a scuola come meglio credono (o come meglio credono i loro genitori). Io non nutro simpatia per le divise, tanto meno per le divise a scuola. Ma ho chiesto ai ragazzi, tutti sui 14 anni e quasi tutte femmine, cosa ne pensassero.

Con mia grande sorpresa un buon 80% è a favore dell’uniforme. Tre i principali motivi:
- così non si perde tempo a scegliere che vestito mettersi la mattina;
- la divisa è esteticamente bella;
- così non si verificano fenomeni di bullismo.

I primi due sono discutibili, il terzo è preoccupante: non sapevo che in una scuola di Macerata ci fosse bullismo per cause puramente estetiche, cioè basate sul modo di vestire.

Quando io ero alunno al liceo, il modo di vestire al massimo ti identificava con una cultura underground, una linea politica, un gusto musicale. E ti aiutava a socializzare e fare gruppo con quelli “come te”. Ma non mi sembra che scatenasse conflitti o bullismo. Il bullismo era sinonimo di “nonnismo” (il pluri-bocciato del quinto che sodomizza il ragazzino del primo) o significava prendere di mira il “più sfigato” della classe, con scherzi idioti e furti di merenda.

Bullismo o no, la divisa vi prego no!! 

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