Sunday, January 05, 2014

Appunti di viaggio: Palermo e Monreale (II).




Il giorno dopo mi sveglio presto e mi butto subito in strada per correre a visitare i luoghi che questa città ha da offrire ai viaggiatori: le catacombe nel convento dei Cappuccini, il Palazzo dei Normanni, il Duomo di Monreale, il porto, alcune chiesette, il centro sociale "Anomalia", il carcere dell'Ucciardone, i bar e le taverne dei quartieri popolari.

La cosa più emozionante è stata forse visitare le catacombe: al loro interno vi sono centinaia di cadaveri imbalzabati di uomini, donne e bambini, tutti del diciannovesimo e ventesimo secolo. Dei cadaveri, appesi al muro o distesi in delle nicchie, resta soprattutto il teschio, alcune ossa e i vestiti impolverati. Un ottimo set per un film horror o per un dungeon da giochi di ruolo. Purtroppo non era possibile fare delle foto al loro interno, quindi beccatevi l'immagine in alto (presa dal sito www.provincia.palermo.it).
Questi teschi, simbolo per eccellenza della morte, sembrano fissarti come per dire "Prima poi tocca anche a te". E questa pseudo-risposta che mi gironzolava per la testa: "Per certo. E sto arrivando. Senza fretta, ma sto arrivando".
Mi ha colpito poi l'iscrizione nella sezione dedicata alle donne morte vergini: "Seguono l'agnello ovunque vada, sono vergini", tratto dal libro dell'Apocalisse, capitolo 14.
Nelle catacombe si trova anche la celebre salma della piccola Rosalia Lombardo, imbalsamata nel 1920 dal chimico Alfredo Salafia. Al contrario delle altre mummie, la bambina sembra quasi ancora viva, come se stesse dormendo (vedi foto). Impressionante capolavoro di imbalsamazione.

Se cerchi movida a Palermo ti consiglio di andare a piazza Garraffello e piazza Carracciolo (vicino la chiesa di San Domenico), dove tra antichi palazzi, resti di case bombardate e street-art trovi mercati del pesce e bar a basso prezzo. Su tutte secondo me vince la cantina chiamata Taverna Azzurra, piena di giovani, turisti e anziani locali, dove vendono birre a 1 euro e cinquanta e bicchieri di vino e spumante a 1 euro. Ma sono solo le 11 di mattina ed è meglio che io muova i miei passi altrove.

Obbligo è visitare il Duomo di Monreale, a 7 km dal centro di Palermo (bus diretto dalla stazione dei treni). Simpatico e accogliente paesino sulle alture dietro la città, dal quale si gode un ottimo panorama e una splendida vista sul capoluogo siciliano. Di queste persone mi stupisce soprattutto la cortesia e la gentilezza: il fatto che si diano sempre del "lei" ma non in senso fastidiosamente formale, che si facciano gli auguri in continuazione, strette di mano e baci alle guance, sincera ospitalità e accortezza nell'indicarti una via o un sito. Mi ricordano molto i paesi del Mediterraneo meridionale e orientale da me visitati, uno su tutti la Palestina.
Il Duomo invece parla da sé. A vederlo capisci che la storia dell'Italia preunitaria è la storia delle sue chiese. Intuisci una grandezza tipicamente italiana, un più che si ha rispetto agli altri paesi. Se in Finlandia o nel nord America la chiesa più antica ancora in piedi è del 1700, qui le chiese le facevano prima ancora che inventassero il cristianesimo, come forma d'avanguardismo. Peccato che nella penisola quasi mai si riesca a far tesoro dei beni artistici. Forse non è neanche colpa nostra: semplicemente ne abbiamo troppi e dovremmo considerare l'idea di venderne qualcuno ai cinesi o ai russi.

Nel bus che da Monreale mi riporta a Palermo scopro che dei cinque ragazzi seduti dietro a me due sono di Corridonia e tre di Montegranaro, due paesini vicino Macerata: troppo piccolo il mondo, davvero.
Passo a casa di E. per gli auguri di buon anno e mi fermo a fare due chiacchiere con la madre, donna altrettanto gentile e di grande cultura. Poi è di nuovo strada: ho proprio voglia di passare l'ultima serata dell'anno nelle taverne e nei bar palermitani, per poi godermi lo spettacolo dei botti in piazza.

Sempre vicino piazza Carracciolo, noto una piccola cantina old-school, una di quelle con le mura ingiallite dal tempo e il vino a basso a costo. Al suo interno un pescatore coperto di tatuaggi, un tizio ubriaco con occhiali come fondi di bottiglia, un anziano taciturno e una trans simpaticissima: sono a casa! Peccato stiano per chiudere, ho giusto il tempo di scambiare due chiacchiere con loro e poi muovere i passi verso un'altra taverna del porto. Qui a Palermo oltre alla Moretti bevono soprattutto birra Forst e Bavaria. All'ennesima cantina credo sia andata più o meno così: Zibibbo, Marsala, Forst, Marsala, Zibibbo. Poi un'altra quarantina di birre per le strade del centro, tra gente in festa, arancini siciliani e tranci di pesce spada, ragazzini di 8 o 10 anni sparare bombe carta come se non esistesse un domani.

Si avvicina la mezzanotte e raggiungo piazza Castelnuovo, dove hanno allestito un grande palco per il concerto di Max Gazzè e tantissime bancarelle che vendono soprattutto spumante, birra e panini. Al centro c'è un grande vuoto per permettere alla gente di lanciare botti e petardi. Intorno alle 11 e 30 comincia il degenero, l'aria si riempie di zolfo, si vedono solo fuochi qua e là, i botti legali e illegali sfondano i timpani, io me ne sto in prima fila a godermi lo spettacolo assieme a dei giovani bengalesi e un anziano siciliano. Mi compare così davanti agli occhi una scena mai vista prima, scena che difficilmente scorderò: tra il fumo dei petardi, un ragazzo coi capelli neri corti e il giubbetto di pelle marrone estrae guardandosi attorno una pistola e senza pensarci due volte esplode in aria tre colpi secchi. Poi facendo finta di niente rimette la pistola nel giubbotto e si allontana con la ragazza e altri due amici. Avranno avuti tra i 20 e i 25 anni. Il fuoco in canna era come quello nei film, i colpi si sono sentiti distintamente, anche se nella confusione dei botti della piazza.
E' quindi vero: a capodanno sparano sul serio.  

Credo di essermi ritirato a casa di E. attorno alle 3 di notte e che la sveglia mi abbia buttato giù dal letto alle 7 di mattina, ancora vestito: racimolo frastornato le mie cose e corro verso la stazione, dove alle 8 mi aspetta il treno per Messina.

E felice 2014!

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