Saturday, June 08, 2013

Resistenza e carcere

"In verità il carcere, per me e per gli attivisti che lottano contro un sistema autoritario, non è una condizione da ostentare, ma un onore necessario per chi vive alla mercé di un regime disumano, dove la sola scelta per l’individuo è la resistenza. E poiché la resistenza è una scelta, il carcere diventa semplicemente parte di questa scelta: l’inevitabile vocazione dei traditori di uno Stato totalitario, come il contadino che deve andare nei campi o lo studente che deve leggere libri."

Liu Xiaobo, "Elegie del quattro giugno"

4 Comments:

At 12:45 AM, Anonymous Anonymous said...

Nessuno si ricorda che le autorità all'epoca lo graziarono e non ebbe condanne penali, visto il suo ruolo prevalentemente di ideologo della protesta del 4 giugno, anche grazie ad una successiva chiara e pubblica ammenda.

Nessuno si ricorda che nel 1989, appena prima della protesta, era (guarda caso) negli Usa, dai quali rientra frettolosamente per sostenerla.

Nessuno si ricorda delle dichiarazioni rilasciate ad una rivista di Hong Kong nel 1988:

«(ci sarebbe bisogno di) 300 anni di colonialismo. In 100 anni di colonialismo Hong Kong è cambiata fino a diventare ciò che è oggi. Data la grandezza della Cina, ovviamente ci vorrebbero 300 anni per trasformarla in quello che Hong Kong è oggi. E ho dei dubbi che 300 anni siano abbastanza. »

Fonte di questa frase è Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Liu_Xiaobo

Viste le premesse, qualche dubbio sull'autenticità, sui fini e soprattutto sui mandanti mi viene... ma forse ho solo il brutto vizio di farmi troppe domande.

Meglio rilassarsi un pò e continuare a leggere gli speciali di China-Files ..

Mat

 
At 10:33 AM, Blogger Massaccesi Daniele said...

non ho particolare stima per lxb, semplicemente non condivido gran parte di quello che pensa e sostiene. detto questo, non credo si meriti tutti quegli anni di galera solo per le sue idee. gia' detesto le carceri, finirci dentro per pensare e' da condannare al di la' di quali le idee siano. noi abbiamo avuto il nostro caso toni negri, in cina ad oggi ce ne sono tanti di toni negri e lxb da questo punto di vista e' uno di loro: libero subito!

 
At 1:03 AM, Anonymous Anonymous said...

Ti assicuro che nessuno più del sottoscritto detesta e trova del tutto inutile l'istituzione del carcere. E assolutamente concordo con te sul fatto che per un'idea non si possa finire rinchiusi, mai. Nel caso di Liu Xiaobo personalmente credo sarebbe stato molto più utile metterlo sul primo volo per Washington e lasciarlo tornare nel paese che tanto anela, senza torcergli mezzo capello e lasciandolo libero di esprimere tutto il suo dissenso. Sarebbe stato interessante verificare se una volta atterrato nella terra promessa, ne fosse diventato un paladino dei diritti umani, denunciandone le continue violazioni come Guantanamo, Abu Ghraib, le infinite guerre per il petrolio, lo sfruttamento indiscriminato delle risorse di mezzo mondo, l'esportazione della democrazia a suon di B52.
Chissà...

Mat

 
At 2:16 AM, Blogger Massaccesi Daniele said...

concordo pienamente. oltretutto come già fatto con altri dissidenti cinesi, di oggi e di ieri. forse è solo una mia impressione ma mi sembra che, una volta espatriati altrove (US in primis), il mondo si dimentichi di loro, che è quello che fa più comodo al governo cinese.

 

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