Immigrazione selettiva
Leggo oggi questa affermazione di Salvatore Settis, storico dell'arte e archeologo calabrese: "In un Paese che compensa il crescente deficit demografico con l'immigrazione, la bassissima percentuale d'immigrazione intellettuale trascina verso il basso il livello culturale medio."
E quindi!? A parte che non mi sembra strano, voglio dire, se uno ha un alto livello culturale ed intellettuale difficilmente andrà a raccogliere arance per 20 euro al giorno, difficilmente andrà a pulire il sedere agli anziani, difficilmente andrà a battere sui marciapiedi per un magnaccia serbo che ti spenge le sigarette in faccia. Difficilmente. Quindi se ci sono immigrati in Italia è perché si ha bisogno di manodopera a basso costo, senza particolari doti intellettuali o eccellenti formazioni culturali.
Secondo, cosa dovremmo fare secondo il luminare calabrese? Selezionare gli immigrati? Come fanno in Cina e Australia che accolgono a braccia aperte solo esperti, tecnici e professionisti stranieri?! Senza contare il fatto che molti immigrati arrivano da richiedenti asilo politico, cioè in una situazione di emergenza umanitaria. Ce lo vedo il Settis a Lampedusa: "Lei fugge dalla guerra ma non ha una laurea in economia? Buttatelo a mare! Questa donna fugge da persecuzione religiosa? E' grassa e vecchia, rispeditela in Nigeria!".
Un po' come la canzone di Checco Zalone: "Evviva gli stranieri, evviva l'integrazione, ma solo se son femmine e solo quelle bone!".
Berlusconi sarebbe d'accordo.
2 Comments:
Secondo me il livello di immigrazione intellettuale verso un paese rispecchia direttamente il livello culturale del paese stesso. Più il livello è alto, più gli intellettuali sono invogliati a venire. Ma dubito che Berlusconi sarebbe d'accordo con me.
@Giorgio
Per esperienza personale ti assicuro che non è cosi e in tal senso basta leggere i dati analizzati dal progetto europeo First Steps:
" 3. IDENTIKIT DELL’IMMIGRATO IN ITALIA
Si tratta di giovani e adulti che nel proprio paese avevano casa e lavoro, vivevano una condizione sociale culturale ed economica che potremmo definire di classe media (in relazione al livello di vita del paese di origine). Contrariamente ai luoghi comuni diffusi, le persone in condizioni di debolezza culturale e prive di risorse materiali non riescono ad emigrare e si ammassano alle periferie delle città capitali dei loro paesi o, quando riescono ad andarsene, si fermano nei Paesi arabi, nel sud est asiatico, in poli periferici di sviluppo.
Pertanto in Italia arrivano soprattutto operai qualificati, tecnici, professionisti lavoratori del commercio, giovani diplomati e laureati, contadini e piccoli proprietari di terra, insegnanti, impiegati.
Il livello culturale degli immigrati (censimento 2001) risulta mediamente elevato.
◾12% è laureato
◾28% ha un diploma di media superiore
◾33% ha la licenza media
Oggi alcune Comunità e in particolare i nuovi arrivati presentano il 50% di laureati (Perù, Equador, Ucraina, Moldova, Filippine,…) "
La realtà è che in questi ultimi giorni stiamo assistendo ad un fuoco incrociato sugli immigrati, nella stessa tua Macerata Daniele recrudescenze nazi-fasciste mai sopite...
La cosa più sconcertante non è il tasso culturale degli immigrati, ma quello degli autoctoni, ormai mutati in truppe cammellate della civiltà dei consumi.
E in questo marasma non stupiamoci se anche il livello culturale degli immigrati si abbassa, con queste premesse è inevitabile.
Mat
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