Diario di un prof: piuttosto se li beva quei soldi.
Sta per ricominciare l'anno accademico e con esso riparte la mia vita professionale all'università di Cork.
Ho deciso di riprendere il mio "Diario di un prof" e raccontare le avventure e disavventure del vivere quotidiano tra queste quattro mura accademiche. Un po' per non annoiarmi troppo, un po' per annoiare voi e tenere qualche memoria per quando sarò più vecchio di quanto non lo sia già ora. Bene, ripartiamo...
Giornata stressante quella di oggi, cento riunioni a destra e a manca e mille piccole ma antipatiche cosuccie da sistemare.
Una di queste riunioni prevedeva la presenza degli studenti di lingua che stanno per andare all'estero per il loro anno di studi. Italia, Spagna, Germania, Francia o Cina, a seconda della lingua che hanno scelto come materia di studio. I miei studenti sono già partiti per la Cina, quindi partecipo alla riunione come ulteriore rappresentante del corpo docente. E soprattutto per imparare a diventare professore autonomo e factotum.
I colleghi più anziani illustano gli ultimi dettagli per il programma di studio e danno sentiti e informali consigli sulla vita da studenti all'estero. Mi è particolarmente piaciuto l'intervento di un docente di economia: "Ah, e come ultima cosa, cercate di non bere fino a vomitare. Siete irlandesei ed è quello che gli altri in Europa si aspettano da voi, comportarsi come alcolizzati: non date loro facili soddisfazioni". Bello. Commuovente. Da applauso.
Ricordo quando io andai per la prima volta in Cina con una borsa di studio. Avevo 21 anni e la cresta spelacchiata. Due giorni prima della partenza, affrontai il temutissimo esame di filologia cinese. Il docente esaminatore era anche preside della facoltà, l'esame orale si dava direttamente nell'ufficio del preside. Ero talmente provato dall'esame che firmai il mio bel 26/30esimi con la mano che tremava. Da quell'istante pensai solo al mio volo per Pechino e alle feste da consumare con gli amici a Roma. Stavo per andarmene quando il preside mi fa "Ah, senta, lei sta per andare in Cina... so che alcuni suoi compagni sono già là... mi hanno detto che non gradiscono stare nei dormitori universitari e hanno deciso di affittarsi delle case fuori dal campus... mi dia retta, non faccia come loro, è solo uno spreco di denaro... piuttosto se li beva... quei soldi!". Al "piuttosto se li beva" mi bloccai sull'uscio della porta del suo ufficio, mi voltai per salutarlo con un sorriso "Sarà fatto prof!".
Poteva contarci e non delusi le sue aspettative. Un ottimo studente davvero. Modestamente.
Ho deciso di riprendere il mio "Diario di un prof" e raccontare le avventure e disavventure del vivere quotidiano tra queste quattro mura accademiche. Un po' per non annoiarmi troppo, un po' per annoiare voi e tenere qualche memoria per quando sarò più vecchio di quanto non lo sia già ora. Bene, ripartiamo...
Giornata stressante quella di oggi, cento riunioni a destra e a manca e mille piccole ma antipatiche cosuccie da sistemare.
Una di queste riunioni prevedeva la presenza degli studenti di lingua che stanno per andare all'estero per il loro anno di studi. Italia, Spagna, Germania, Francia o Cina, a seconda della lingua che hanno scelto come materia di studio. I miei studenti sono già partiti per la Cina, quindi partecipo alla riunione come ulteriore rappresentante del corpo docente. E soprattutto per imparare a diventare professore autonomo e factotum.
I colleghi più anziani illustano gli ultimi dettagli per il programma di studio e danno sentiti e informali consigli sulla vita da studenti all'estero. Mi è particolarmente piaciuto l'intervento di un docente di economia: "Ah, e come ultima cosa, cercate di non bere fino a vomitare. Siete irlandesei ed è quello che gli altri in Europa si aspettano da voi, comportarsi come alcolizzati: non date loro facili soddisfazioni". Bello. Commuovente. Da applauso.
Ricordo quando io andai per la prima volta in Cina con una borsa di studio. Avevo 21 anni e la cresta spelacchiata. Due giorni prima della partenza, affrontai il temutissimo esame di filologia cinese. Il docente esaminatore era anche preside della facoltà, l'esame orale si dava direttamente nell'ufficio del preside. Ero talmente provato dall'esame che firmai il mio bel 26/30esimi con la mano che tremava. Da quell'istante pensai solo al mio volo per Pechino e alle feste da consumare con gli amici a Roma. Stavo per andarmene quando il preside mi fa "Ah, senta, lei sta per andare in Cina... so che alcuni suoi compagni sono già là... mi hanno detto che non gradiscono stare nei dormitori universitari e hanno deciso di affittarsi delle case fuori dal campus... mi dia retta, non faccia come loro, è solo uno spreco di denaro... piuttosto se li beva... quei soldi!". Al "piuttosto se li beva" mi bloccai sull'uscio della porta del suo ufficio, mi voltai per salutarlo con un sorriso "Sarà fatto prof!".
Poteva contarci e non delusi le sue aspettative. Un ottimo studente davvero. Modestamente.
1 Comments:
Stesso voto a filologia, l'ho fatto con 包罗 però. Non potevi avere studenti migliori che potenziali ubriaconi irlandesi (w gli stereotipi). Buon anno scolastico prof :)
Masa
(...diventata da poco ufficialmente "Laureanda")
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