Thursday, July 26, 2012

Di quel viaggio in America Centrale (II): vulcani, fagioli e Flor de Cañas.



A Leon becco in ostello V., compagno di liceo, di sbronze e di viaggi. Insieme ci siam fatti mezza Europa in interrail nel 2000, l'Italia centrale in autostop nel 2003, la Svezia nel 2004 ed il Sud-est asiatico nel 2005. V. oltretutto viene da tre mesi di viaggio abbestia tra Caraibi e America centrale. Insomma, sono in buone mani.

Passata la sbronza di rito in piazza a Leon, decidiamo di raggiungere la cima del vulcano Telica. Il Nicaragua è il paese dei vulcani. Un vulcano è una montagna con la testa mozzata. Ve ne sono di inattivi. Quelli attivi invece hanno la lava visibile a decine di metri di profondità dal cratere. Non avevo mai visto la lava e perciò siamo arrivati in cima al Telica con due ragazzi irlandesi e una simpatica guida nicaraguense.
Il paesaggio dalla cima del vulcano semplicemente mozzafiato: una sorta di Jurassic Park.

Da Leon abbiamo poi mosso piede verso Granada, a sud di Managua. Altra città dallo stile coloniale. Turistica (dicono). Io di turisti in giro per il Nicaragua ne ho visti pochi, solo qualche "uomo bianco" negli ostelli. Ma bisogna ricordare che, nonostante i 35 gradi fissi, qui è inverno e quindi bassa stagione. Granada non offre molto da vedere, specie se di notte: un marciapiede vicino al centro e qualche birra sono di ottima compagnia mentre con V. discutiamo di vita e di donne finché sbronza non ci separi.

Il cibo in Nicaragua? Scarso, direi. Lo dico da italiano. Italiano che ha vissuto diversi anni in Cina. A quanto pare qui si mangia solo (colazione, pranzo, cena e spuntino di mezzanotte) pollo fritto, riso, fagioli, focaccia di mais, formaggio e frutta. Il "piatto forte" si chiama "gallo pinto", ma a differenza del nome non contiene pollo: è semplicemente riso con fagioli neri. La frutta non bisogna neanche comprarla, basta raccoglierla in giro, sotto gli alberi di banano, mango, avocado, ananas e via dicendo. Il pasto viene condito con abbondante tabasco (peperoncino e aceto), perché altrimenti non ha sapore. Due le birre locali: la Toña e la Victoria. Una bottiglia da 33cl costa meno di un dollaro. E poi, grazie a Dio e a Sandino, c'è il rhum. La migliore delle marche è la Flor de Caña, 35%Vol. Una bottiglia da un litro costa sui dieci dollari.

Fossi stato medico sarei coi Medici Senza Frontiere. Fossi stato giornalista sarei già nei Reporter Senza Frontiere. Purtroppo sono solo un ubriacone e bazzico coi Borracheros Sin Fronteras.      

2 Comments:

At 10:48 AM, Anonymous Quello di Hong Kong said...

"Fossi stato medico sarei coi Medici Senza Frontiere. Fossi stato giornalista sarei già nei Reporter Senza Frontiere. Purtroppo sono solo un ubriacone e bazzico coi Borracheros Sin Fronteras."

Stampla e appenditela in camera.

 
At 6:21 PM, Blogger Federico Tomassetti said...

L'ultima è una frase bellissima...

 

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