Civiltà
Tra i corsi che insegno ve ne è uno che si chiama “Storia della civiltà cinese”. Civiltà… Sapreste darne una definizione?
Io no. Eppure da quando sono in Irlanda la parola che più spesso mi frulla per la testa (dopo “Guinness”, si intende!) è “civiltà”.
Dopo anni vissuti tra Roma e Pechino, spostarmi in un paese anglosassone mi lascia un po’ spiazzato. Diciamo che quassù la gente ha un senso civico piuttosto diverso dal nostro. Ci pensavo anche ieri leggendo l’intervista al padre di Amanda Knox: “lei è stata educata a essere collaborativa: civicamente responsabile. Come usa qui (negli USA, n.d.r.)”. Come a dire che da noi (nel vecchio stivale) la gente è abituata a farsi i cazzi suoi, non collaborare con lo Stato, fregarsene degli altri e dell’ambiente, essere sudditi e non cittadini. Sudditi delle mafie e delle tradizioni antiche. Diverso da quanto accade invece in paesi moderni e civili come quelli anglosassoni.
Un odio viscerale contro lo Stato, la polizia, i carabinieri, la Legge ci contraddistingue. Memorabile la scena nel film “Il Gattopardo”, quando il meridionale commenta sui piemontesi ad Italia appena unita “Io i savoiardi li inzuppo nel caffè a colazione!”.
Capiamoci: nessuno ha da invidiare nulla a nessuno. Ma viaggiare e conoscere serve proprio a questo, imparare dagli altri dove vediamo che gli altri hanno qualcosa da insegnarci.
Senza perdermi in noiosi ed inutili discorsi moralistici (c’è già il Papa per quello) voglio condividere due esempi. Entrambi hanno a che vedere con la UCC, l’università di Cork dove lavoro al momento:
1) nel campus ho notato molti ragazzi e molte ragazze su sedie a rotelle. Non per questo non possono frequentare l’università, visto che ovunque ci sono rampe e strutture idonee per disabili. Una cosa ancora più impressionante sono i cani che portano gli studenti non vedenti a lezione. I cani si mettono in classe con i loro padroni. I quali non hanno bisogno di volontari o altro tipo di aiuto. Deve costare una fortuna allevare cani del genere! Ma nei pub e nei supermercati trovi cassette di raccolta fondi proprio per l’addestramento di cani di accompagnamento per non vedenti.
Questa è libertà, questa è democrazia, perché è partecipazione: permette anche ai disabili e alle persone con gravi handicap di seguire i corsi all’università. Per quello che ricordo io, in Italia e in Cina la situazione è alquanto diversa.
2) Ieri sera la società di Legge e Filosofia ha invitato in aula magna il politico irlandese Michael D. Higgins, presidente del Labour Party e candidato presidente alle prossime e vicinissime elezioni (27 ottobre). “Labour Party” in italiano è tradotto come “Partito laburista” ma non ho mai capito perché! “Labour” significa “lavoro”, quindi la traduzione più idonea è “Partito del lavoro" o "Parito dei lavoratori”, non “laburista” che in italiano non significa un cazzo! Forse “dei lavoratori” suona troppo comunista…
Tornando a noi: aula magna piena di studenti. Gli organizzatori hanno invitato i presenti a scrivere le domande su dei fogli di carta che giravano per i banchi da porre a Higgins a fine discorso. Finalmente entra il segretario del partito laburista, qualche applauso, numerosi giornalisti, strette di mano con gli organizzatori. Higgins se ne sta per diversi minuti di spalle al pubblico, chiacchierando allegramente con giornalisti e orgnanizzatori. Io mi sarei aspettato fischi e cori del tipo “Stronzo, siamo da questa parte!” o lanci di uova e assalti dai ragazzi dei centri sociali. Invece niente. Gli studenti hanno aspettato in silenzio che Higgins si rivolgesse a loro.
Di origine proletaria, figlio di un alcolizzato che ha lasciato presto la moglie ad occuparsi dei numerosi figli, Higgins ha studiato e fatto carriera accademica, per poi buttarsi in politica. Uomo basso e divertente, ha tenuto un discorso di oltre mezz’ora. Grande oratore, capace di cambiare tono di voce e velocità di parola secondo necessità. Ha attaccato subito Wall Street, ha parlato di “società creativa”, del bisogno di un ritorno dell’etica nell’economia, del rapporto tra filosofia morale, politica e mercato. Ha buttato lì qualche battuta, raccontato della sua esperienza da ministro e dei suoi viaggi in America Latina. Con ordine e pacatezza gli studenti hanno poi posto le domande, spesso taglienti. Higgins non si è fatto trovare impreparato, ha parlato di emancipazione femminile, situazione dei disoccupati e dei senza fissa dimora, pluralità culturale, diritto alla cittadinanza, matrimonio per i gay, lotta agli abusi sui minori e pedofilia.
È venuto ovviamente in cerca di voti, ma il discorso e il dibattito che poi ne è scaturito sono stati musica rock per le mie orecchie.
In Irlanda i politici di sinistra dicono cose di sinistra. Incredibile.
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