Friday, December 10, 2010

Scusate, ma questa la devo scrivere...

Lo sciopero lo comincio questo pomeriggio, una delle ultime notizie che mi è passata sotto gli è occhi è del Corriere della Sera:

“IL SUMMIT DI CANCUN
La svolta della Cina sul clima?
E' stato un errore dell'interprete
Il «sì» di Pechino a impegni più vincolanti aveva stupito. Poi la precisazione: non abbiamo cambiato linea”

http://www.corriere.it/esteri/10_dicembre_09/cancun-cina_91389546-03a7-11e0-8ee8-00144f02aabc.shtml

Errori di interpretazione. Dal cinese. Ci sta, me ne intendo, credetemi. Ma non durante una contrattazione commerciale in un negozio di vestiti. Bensì al Summit di Cancun.

Meno male che in questi casi poi rettificano subito. Pensate ad esempio a quel ragazzo tunisino arrestato nel bergamasco con l'accusa di omicio e occultamento di cadavere solo perché è stato intercettato. E intercettato male. Ovvero con un errore di traduzione. Ma prima che se ne accorgessero alcuni bergamaschi hanno ben pensato di scendere in strada, mostrare cartelloni contro gli immigrati e invocare la legge del taglione. Poi arriva la smentita: “Scusate, un errore di traduzione”.

Avete seguito il processo a quella studentessa americana accusata di aver ucciso la sua coinquilina inglese a Perugia? Avete sentito la traduzione pietosa dall'inglese all'italiano in aula di tribunale? Dico, questa tipa rischia più di vent'anni di carcere per ipotetico omicidio, vogliamo almeno darle una interprete che traduca bene? Infatti ad un certo punto l'americana si è messa a parlare italiano, vista l'aria che tirava...

Anche io anni fa ho fatto da interprete cinese-italiano in un tribunale. E mi cagavo sotto. Accanto a me c'erano cinesi delle province meridionali, un cinese stranissimo alle mie orecchie. Per non parlare del fatto che il mio cinese fosse a dir poco “di sopravvivenza”. E del fatto che l'accusa era tentato omicidio, una persona era in manette e c'era un'ascia da lavoro sul tavolo del magistrato.
Non sei con la coscienza a posto se danno l'ergastolo ad un uomo per un tuo errore di traduzione...

Ma veniamo a noi: fare l'interprete in Cina. Io non sono e non sarò mai (spero) un interprete. Senza offesa per nessuno, non ho molto rispetto per una professione che ti riduce in stato di macchina. I migliori interpreti sono macchine. Sarà pregiudizio, ma i veri interpreti sono persone che hanno passato la vita dietro a traduzioni simultanee, ogni giorno a perfezionare lessico e pronuncia. Non mi interessa grazie.

Ma come sappiamo tutti, nel mondo globale e globalizzato senza comunicazione va tutto a puttane e allora l'interprete è fondamentale per la sopravvivenza umana. Dal cinese all'italiano, dall'urdu al francese, dal tedesco al russo, dal giapponese all'arabo, dallo spagnolo al thai: abbiamo bisogno di tradurre, interpretare, comunicare, scambiare informazioni e messaggi in un linguaggio comprensibile ad entrambi gli estremi della comunicazione.

E allora eccoci. Hai studiato interpretazione? No. Sai parlare cinese? Beh, meglio di lei sicuro. Assunto!

Funziona così. Di tutti i ragazzi e le ragazze della mia età che conosco in Cina (o in Italia) e che lavorano come interpreti nessuno ha studiato traduzione. Nessuno ha fatto scuola di traduzione. Quasi tutti hanno studiato in facoltà di lingua e cultura cinese, hanno seguito corsi in Cina o sono vissuti per anni in Cina. Parlano cinese? Sì, direi di sì. Sono interpreti? Io direi di no, ma certo aiutano nella comunicazione tra te italiano che non hai mai messo piede in Cina e un cinese che non ha mai visto un italiano.

In realtà conoscevo un paio di ragazzi che hanno studiato a Trieste e Treviso, dove ci sono scuole per interpreti e traduttori di lingue orientali. Ma non so bene che fine abbiamo fatto. Tornando a noi, il senso di questa sclerata anti-interprete lo riassumo in due punti:

1) Quando venite in Cina e cercate un interprete (che sia per lavoro, per business, per turismo o altro) sappiate che quasi nessuno è davvero specializzato. Sanno aiutarvi ed esservi utili, sanno magari mostrarvi i lati più autentici e nascosti del mondo cinese, ma sulla comunicazione vi prego di non avere grandi aspettative. Gli errori ci sono, ci saranno e non ci potrete far nulla. Solo, rendete furbi. E cercate di capire quando un interprete non ha capito un fico secco e vi dice fischi per fiaschi.
Giorni fa parlavo di questo con una mia amica italiana che va spesso a fare l'interprete. È brava, è vero, ma ha troppa considerazione di sé stessa e del suo livello di cinese (e lo sa, per sua stessa ammissione). Le ho chiesto “Quanti italiani conosci della nostra età che parlano 'davvero bene' il cinese?”. Per “davvero bene” intendo che pagheresti qualcuno per farti da interprete cinese-italiano. Sia io che lei a stento siamo riusciti a tirare fuori un paio di nomi.
Il fatto è che la lingua cinese non la impari con tre anni nei banchi di scuola o cinque di vita in Cina. Non basta una vita per parlare “davvero bene” cinese.
Litigo spesso (bonariamente, si intende) con amici e colleghi italiani qui a Pechino su questo tema. “Gli interpeti sono sfruttati” dicono. Che è vero. Ma per un servizio basso prendono (posso anche dire “prendiamo”) un sacco di soldi. E qui arrivo al secondo punto:

2) Quanto deve essere pagato un interprete? Siccome me lo chiedono spesso tramite blog, lo scrivo qui sperando sia una volta per tutte. La risposta è ovvia: dipende.
Dipende da molte cose. In Cina (Cina dove? Diciamo nelle metropoli, Pechino, Shanghai, Canton, Chongqing, Shenzhen...) un interprete cinese costa meno di uno italiano. Io prenderei un cinese (non perché costa meno, ma perché è più bravo) ma voi non vi fidate dei cinesi e preferite un italiano. Allora un italiano solitamente per otto ore di lavoro come guida/interprete prende tra gli 80 e i 150 euro. Non sono inclusi i pasti, gli spostamenti e altre eventuali spese. Per cose più specifiche o professionali o per essere accompagnati in città dove non risiedono (es: arrivo a Pechino ma ho un incontro con degli uomini d'affari cinesi a Wuhan) arrivano a chiedere anche 200 o 250 euro. Nel 2006, quando facevo un tirocinio al consolato italiano di Canton e vennero in visita ministri e politici italiani, girava voce che l'interprete di Prodi (una signora sulla cinquantina forse più) prendeva 250 euro al giorno. Per essere l'interpete di Prodi devi essere brava e sicuramente non puoi avere vent'anni. Dunque forse per quella signora 250 euro al giorno sono giusti.
A me negli ultimi anni, per fare l'interprete hanno pagato dagli 80 euro al giorno alle 120 euro per quattro ore. Dunque dipende. Soprattutto dipende da quanto sia magnanimo il padrone italiano. E qui noi italiani sbattiamo male. Tira sulla mia paga e poi quando va a fare shopping non mi ascolta e va a sperperare 1000 euro là dove potrebbe pagarne 50. E allora l'inteprete si fa furbo. Visto che il padrone italiano, oltre ad essere un grande ignorante, è anche un testa di cazzo, io mi accordo col venditore cinese, e invece di 1000 euro (quando potevi spenderne solo 50) te ne faccio spendere 1200, e le 200 di avanzo me le intasco io col beneplacito del cinese.

Morale della favola: agli interpreti non credere mai. O meglio, anche se non abbiamo studiato da interpreti, come “esperti” di Cina vi siamo utili, dunque allungateci almeno 100 euro per giornata di lavoro e perdonateci qualche errore o fraintendimento. Quando venite in Cina la pazienza non ve la dimenticate in Italia!

2 Comments:

At 10:27 AM, Blogger laura modini said...

Chissà perchè mi tornano in mente i giorni in Cina del 1982, noi avevamo due interpreti cinesi tutto il giorno, ci accompagnavano amichevolmente dovunque traducendo spiegando.
Traducendo appunto. Il problema di oggi di allora di sempre.
L'unica è la fiducia sulla persona che fa da interprete. Appunto fiducia.
Che non è un bene che si paga.
Sempre molto interessante il tuo punto di vista e soprattutto sincero che non è poco.
un freddo ciaoo
laura

 
At 7:58 PM, Blogger Massaccesi Daniele said...

e anche oggi ho assistito ad un paio di eventi dove evidenti sono stati (non solo a detta mia) i problemi di traduzione e comunicazione.

ecco invece una straniera che parla (o forse dovremmo dire "legge") un ottimo mandarino:

http://www.chinasmack.com/2010/videos/white-anchorwomans-fluent-chinese-shames-many-netizens.html

se e quanto capisca il cinese non è possibile stabilirlo dal filmato.

 

Post a Comment

<< Home