Monday, December 27, 2010

La storia. Ovvero perché sparare al mittente.

Mi piace riempire questo blog con post dove narro di incontri e disquizioni più o meno filosofiche e intellettuali che vivo in prima persona con giovani, studenti, ricercatori e lavoratori “stranieri” (ovvero dai più svariati paesi del mondo), gente che incontro nel mio quotidiano vivere, nella Pechino del ventunesimo secolo, in una delle tante università cinesi.

Riporto queste storie nel blog per un motivo molto semplice: le trovo interessanti. Interessanti nel senso che mi/ci aiutano (credo) a capire un po' meglio noi stessi e la vita in generale. Perché qui sei costantemente a contatto con il relativismo (culturale e non solo), ovvero a contatto con modi e impostazioni diversi di vedere e conoscere le cose. Non che questo accada solo qui: accade ovunque. Ma probabilmente la casalinga di Voghera ha minori opportunità rispetto al clima internazionale e interculturale che si respira qui. Ed è proprio alla casalinga di Voghera che a me piace dedicare questo blog (certo, conscio del fatto che alla casalinga di Voghera le mie inutili discussioni non interessano affatto).

L'altra sera, ad esempio, chiacchierando con qualche studente asiatico ho riflettuto su quanto segue:

Nel mondo e da sempre, chi / cosa e come ci mette in testa ciò che abbiamo in testa? Beh, nel mondo d'oggi e un po' ovunque credo che i canali principali siano due istituzioni: la famiglia e l'educazione. Ovvero 1) il gruppo più o meno parenterale nel quale nasci e vivi per un certo tempo e 2) la struttura statale che ti insegna come e cosa studiare: la scuola. Mi soffermo a parlare della seconda istituzione.

Riconosciuto il potere che famiglia ed educazione hanno nella nostra formazione umana, culturale e professionale (e senza negare l'esistenza di altre forme di apprendimento, più liberi e indipendenti da famiglia e Stato), è chiaro che governi e nazioni diverse hanno diversi sistemi di educazione e diversi contenuti da passare alle generazioni che nella nazione nascono e crescono. In altre parole, prendendo la storia come materia didattica per illustrare il mio discorso, è chiaro che un paese X avrà interesse ad insegnare ai propri giovani che il mondo è nato per ordine divino, mentre il paese Y dirà ai propri giovani che siamo frutto di un'evoluzione nata da circostanze casuali e proceduta per trasformazioni chimiche; il paese Z spiegherà ai giovani studenti che il condottiero AAA è stato un grande eroe popolare, mentre per gli studenti del paese W lo stesso condottiero AAA è stato un feroce barbaro conquistatore.

Non c'è verità, se non quella che si vuole tramandare. E allora i libri di storia nella Corea del Nord saranno diversi da quelli che si fanno leggere negli Stati Uniti, o in India, o allo Stato del Vaticano. E non è solo un problema di interesse geografico. La storia come un romanzo. A cui credere o meno, a proprio piacimento.

Per fare un esempio davvero banale: vorrei sapere chi cazzo ci ha messo in testa che io in quanto occidentale sono bianco, mentre un asiatico in quanto asiatico è un giallo. La mia pelle non è di colore bianco tanto quanto la sua non è di colore giallo. Si accostano più al rosa pallido. Perché agli africani dobbiamo dare dei neri se la loro pella è al massimo marrone scuro?! E, soprattutto, perché usare il colore della pelle come elemento diversificante tra me e un asiatico quanto ve ne sono altri più evidenti (ad es.: il taglio degli occhi o la grandezza del naso)?!

Nella primavera del 2005 ho partecipato a Pechino ad una manifestazione contro il revisionismo storico dettato del governo giapponese: migliaia di cinesi scesero in piazza minacciando di boicottare i prodotti “made in Japan”. Perché? Perché il governo giapponese aveva appena approvato una riforma dei testi scolastici di storia e in questi si negavano alcune atrocità e responsabilità giapponesi in Asia orientale durante il secondo conflitto mondiale. È come se domani il governo tedesco cancellasse dai libri di storia l'olocausto o l'invasione nazista. Qualche europeo si incazzerebbe, credo.

Eppure questo succede da sempre. Ed è estremamente piacevole osservare due giovani studenti di paesi diversi a cui la storia è stata insegnata diversamente: a tizio hanno insegnato che è A ha fatto il culo a B, invece a caio hanno messo in testa che è stato B a fare il culo ad A. Basterebbe andare a documentarsi. Vero. Peccato che la storia la scrivono i vincitori. E, ad esempio, in Asia orientale l'unica storia pre-moderna è stata scritta dai cinesi, perché solo loro avevano la lingua scritta. Senza scrittura non hai storiografia, senza storiografia la storia è monca. Insomma, gran parte della storia dell'Asia orientale (quello che riguarda anche Siberia, Mongolia, Corea, sud-est asiatico o Tibet per capirci) è stata scritta fina a qualche secolo fa solo dalle dinastie cinesi che si susseguivano di volta in volta ogni due-trecento anni.

Ok, nessuna grande scoperta. Un discorso scontato. Lo sapeva anche la casalinga di Voghera. Il punto che mi lascia shockato è però un altro: la gente si ammazza per questo. E non solo in Asia orientale. Tornando ai due giovani asiatici di prima, entrambi pretendono di avere ragione e di possedere la verità storica dei fatti. Mettici poi dell'alcool e il conflitto si traduce in una scazzotata. Finisce lì. Ma se invece di due studenti hai due popoli di paesi diversi, o due etnie dello stesso paese, o due religioni della stessa area geografica... sapete già come va a finire.

Guerre, guerre sante, guerre per il petrolio, sangue, morti, distruzione... igiene umana dicevano i futuristi. Guerre etniche, di religione, di lingua. L'invenzione della guerra. La guerra per niente. La guerra per loro.
Se mai riceverò una lettera dove mi si chiede di armarmi e partire per il fronte, mi armo e parto sul serio: vado a sparare al mittente.

1 Comments:

At 11:18 AM, Blogger Massaccesi Daniele said...

Sempre più o meno in tema con quanto scritto qui, segnalo un testo del quale non avevo mai sentito parlare: "The Secret History of the Mongols" (in cinese "蒙古秘史"). Interessante per noi europei conoscere bene i legami (o i non legami) etnici tra cinesi, coreani, mongoli, turchi e unni...

 

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