Monday, March 22, 2010

Italia pizza mandolino mafia

Tra le cose che ho sempre odiato spiccano su tutto i maledetti luoghi comuni. I luoghi comuni sono quella serie di concezioni o idee prese per vere da un gruppo di persone (e che quasi sempre sono frutto di pregiudizio o malizia). I luoghi comuni fanno sì che gli italiani siano tutti mafiosi, che i negri siano inferiori, i comunisti famelici mangiatori di bambini, gli zingari ladri e gli americani bamboccioni guerrafondai. Da sempre ho odiato i luoghi comuni (pur avendone io stesso, coscientemente o meno, fatto uso).

I luoghi comuni si combattono (per amore della verità) con la conoscenza, lo studio, l’esperienza, il viaggio, la comunicazione, l’aprirsi all’altro, allo strano, al diverso. Ho però l’impressione che siano troppi a remare contro, a volte gli stessi intellettuali e scienziati che proprio per sconfiggere i luoghi comuni dovrebbero lavorare.

Da italiano che vive e viaggia all’estero, mi sento spesso dire che gli italiani sono tutti mafiosi. E puttanieri, fifoni, amanti del cibo, fannulloni e via dicendo. Certo, col presidente Berlusconi che avete votato, mi resta sembra difficile convincere un amico cinese o americano che in realtà non tutti gli italiani sono mafiosi o puttanieri. Mi resta difficile davvero, ma questo non vuol dire che non ci provi.

Ieri notte all’aeroporto di Chengdu ero in attesa del mio volo per Pechino quando due tipi cinesi si avvicinano e mi fanno:
“Parli cinese? Di dove sei?”
“Italiano”
“La vostra mafia è potente”
“Anche quella cinese non scherza”
“Non abbiamo mafia noi”
“No!? E le triadi del Fujian e Hong Kong?”
“Hong Kong non è Cina. Le triadi commerciano illegalmente droga e armi che vendono a voi occidentali. Io conosco l’Italia, ho visto moltissimi film”

A questo punto mi son messo a parlare di altro. Ma certo che se uno conosce un paese straniero solo dai film che vede, noi italiani siamo messi proprio male…

Era nella primavera del 2005, vivevo nel dormitorio con un tipo bielorusso che ogni sera invitava suoi amici sovietici a fumare erba e giocare a freccette. Ogni sera kazaki, russi e ucraini ad occupare la stanza fino alle tre di notte. Avevano grande rispetto per me anche senza conoscermi. Il motivo era solo uno: sono un italiano. E loro avevano il cervello fritto da quel cazzo di film che più di tutti disgusto: “The Godfather” (“Il padrino”, di Francis Ford Coppola, 1972). “Daniele! The Godfather! Italia, famiglia, potere, business!”. Io quel film non l’avevo neanche visto, ma loro credevano che in Italia la gente vive riunita in famiglie in lotta tra di loro per il controllo di prostituzione e droga: la mafia, insomma. Erano affascinati da questo mondo dove conta solo il rispetto e la legge del più forte. Dopo aver visto questo cazzo di “Il padrino” ho cominciato a pensare che l’Italia non ci faccia bella figura.

Il problema è che col tempo ho realizzato che “Il padrino” è uno dei film più conosciuti all’estero. È questa l’immagine dell’Italia all’estero. Certo non che la stampa internazionale ci aiuti a sfatare il mito degli italiani mafiosi. Cinesi, sovietici, africani, sudamericani vittime dell’equazione “Il padrino” uguale “Italia”.

Mi chiedo di chi sia la colpa: della falsa informazione? Dei film? Degli italiani? Mia?

1 Comments:

At 4:06 PM, Anonymous Giacomo said...

la colpa è solo di chi prende per vero tutto ciò che vede in televisione, al cinema o gli raccontano gli amici e di chi parla come esperto di cose di cui non ha la minima conoscenza. Se avessi dovuto ascoltare tutti gli avertimenti dei miei conoscenti italiani probabilmente non sarei mai partito.. invece sono in Malesia un paese di cui nessuno sapeva veramente molto ma non per questo mi ha risparmiato i suoi pareri e consigli solo perchè da bambino ha letto Sandokan...

 

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