Sunday, March 21, 2010

Storie di capitalismo, storie d'amore...

Ciao gente e scusate per il silenzio di questi giorni. Sono a Chengdu, capitale della provincia meridionale del Sichuan (quella del devastante terremoto del 2008 per capirci), per un lavoro. E' la terza volta che capito a Chengdu, citta' che mi affascina e intriga, al pari di Wuhan e altre realta' urbane cinesi, cosi' "diverse" da Pechino. Il lavoro mi e' stato passato da un fratello russo che ho a Pechino. 100 euro al giorno, piu' volo, hotel, pasti e vizi. Non male direi. A Chengdu in questa giorni ci sono tre fiere internazionali dell'alcool, ditte da tutto il mondo a mettere in mostra i loro vini, grappe, birre e liquori vari. Il peggior posto per un aspirante astemio come mi sto convincendo di voler diventare. Tuttavia son stato bravo, ora e sempre resistenza!

100 euro al giorno per stare in piedi dieci ore di fila in giacca e cravatta di fronte allo stand della ditta cinese (che produce vino), sorridendo ai clienti e invitandoli ad entrare. Proibito parlare coi clienti, al massimo dire che sono francese e che non parlo cinese. Il super boss fondamentalmente mi pagava per poltronare alla porta con un bicchiere di vino rosso in mano e una sigaretta (marchio costosissimo, roba mai fumata) in bocca fissa, che fa molto uomo di successo. Una vergogna alla quale uno studente straniero squattrinato si presta spesso in Cina. A partire da me.

Per fortuna ero in compagnia di due amiche russe. Bella presenza, alte bionde occhi verdi, anche loro a spacciarsi per francesi. E la sera il boss ci ha portato in ristoranti di lusso, centri massaggi e a puttane (solo a me, ovviamente. E solo a guardare, ovviamente). Tuttavia il team della ditta in cinese non era male, quasi tutti giovani e simpatici, lavoro di squadra, nessuno che da' ordini perche' tutti sanno quello che c'e' da fare. Inoltre ho conosciuto un sacco di cinesi interessanti, giovani lavoratori e lavoratrici che come me vestivano da pinguini e stavano fuori dagli stand dei boss cinesi a chiamare clienti. Solo che loro prendevano 10 euro al giorno, non 100. E poi una marea di anziane donnine che andavano in giro a raccogliere immondizia da rivendere e contadini pagati un euro a viaggio per trasportare pesanti casse di vino tra i venti piani dell'edificio. Ci fosse stato Mao, ci avrebbe impiccati tutti quanti. Ma questa e' la Cina del libero mercato e ognuno va a prendersi la sua fetta di torta, indipendentemente da quanto sia grande e da quanto tu debba sputare sangue per ottenerla. In tutto questo, una marea di ladri: in un solo giorno ho saputo di cinque auto rubate e due ragazze scippate.

Dulcis in fundo... le due serate spese con le mie amiche di Chengdu: un'italiana che studiava con me a Roma e una ragazza dello Yunnan che ha un bar "reggae style" non lontano dal centro. Birra scura e drum'n'bass, sigarette e dreadlocks a go go, a raccontarci gli ultimi due anni di vita, il tempo dall'ultima volta in cui ci siam beccati. "Quando ci rivedremo?". "Non so, ma ci rivedremo". Non so, ma e' bello salutarsi cosi' e un lungo abbraccio, prima di fiondarsi nel primo taxi con autista ubriaco, onde evitare il malinconio cadere di lacrime nel bicchiere ormai vuoto.

Vi diro'... nonostante il fetido puzzo di denaro e velenoso capitalismo, son state belle giornate, serene, lontane dallo "stress intellettuale" di Pechino e questo minchia di dottorato che se avesse un culo saprei dove prenderlo a calci... Giornate piacevoli, dense, "tutto importante", mi ero dimenticato di quanto fosse piacevole andare a dormire la sera stanchi e svegliarsi assonnati la mattina presto per "andare a lavorare". Direi quasi che la giacca e la cravatta con orecchini e Converse mi donano, sembro il tossico rimesso a nuovo di Trainspotting. O forse e' che mi son rotto di essere un noioso fancazzista falso dottorando, e tutto quello di cui ho bisogno e' un lavoro che mi piaccia. E una tipa che mi sussurri all'orecchio "andiamo a vivere insieme in campagna e facciamo centocinquantotto bambini!". Come e' successo, qui a Chengdu.

Grazie.

1 Comments:

At 6:13 AM, Blogger Massaccesi Daniele said...

piccolo aneddoto: in un noioso pomeriggio degli ultimi giorni di fiera, passa un tipo cinese e mi fa "bevi?" porgendomi una bottiglietta d'acqua (in questi giorni ci han regalato di tutto, bottiglie di vino, birre di marca, succhi di frutta, whisky... ma io ho gia' ri-regalato tutto. brutta davvero la vita da astemio!), ringrazio e apro la bottiglia per dissetarmi: non era acqua, ma grappone del sud est, usato come napalm dai bombardieri americani durante la guerra del vietnam... in cina questa roba e' considerata liquore di classe. "amo la grappa cinese" mi fa la mia amica russa, "la grappa cinese sa di profilattico"... :)

 

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