Saturday, November 17, 2007

Io non ci volevo andare







"Non vieni a lezione oggi?". "Certo. Ma prima vado a segnarmi per partecipare ad un talk show in televisione su CCTV... vieni a iscriverti con me Daiyiwei" mi risponde Woham, il mio compagno di classe indiano. "Pagano?". "No. Ma l'argomento è interessante, il confucianesimo, c'e' da divertirsi e ci vedremo in televisione". Mi strattona per il bomber e mi porta in segreteria, prima ancora di capire cosa stia succedendo questo piccolo e sveglissimo playboy indiano mi mette in mezzo a qualcosa di televisivo sul confucianesimo. Questo è accaduto qualche settimana fa. Giovedì invece gironzolavo per i piani del mega Dipartimento di Giornalismo alla ricerca di un'aula dove tenevano una lezione che mi interessava. Non sono riuscito a trovarla ma mi sono ritrovato in uno strano stabile di cartogesso bianco puzzolente con due tipi che mi facevano segno di andarmene. E ieri sera finalmente capisco cos'era. Con Woham e un altro pugno di studenti stranieri (tutti asiatici dottorandi, a parte un ragazzo di Leningrado) mi presento alle sei di sera in uno dei tanti edifici di questa università, con altri duecento cinesi per partecipare a questo benedetto talk show. Avevo ricevuto una telefonata da una tipa della CCTV (China Central Television, la RAI cinese) e le avevo detto che non so molto di confucianesimo, non parlo bene cinese e non volevo assolutamente parlare al microfono. Rilassato e fondamentalmente menefreghizzato entro con gli altri nello studio televisivo (coperto da quel famoso puzzolente cartongesso bianco di pochi giorni fa... poi dicono che la Cina sia grande!), quaranta gradi all'ombra, diverse telecamere, una presentatrice sui quarant'anni bellissimissima e affascinantistizzante, un uomo con sette microfoni che dà ordini a destra e a manca ripetendo senza sosta "grazie... grazie...", tre quattro megaschermi, luci di tutti i colori, diverse postazioni sulle quali cinesi e stranieri ci mettiamo a sedere un po' impacciati. Si inizia coi ringraziamenti e con la prova applauso. Per fortuna non andiamo in diretta. Entrano gli ospiti, ovvero una ventina di docenti universitari, ricercatori, filosofi e discendenti di Confucio. Il pubblico è composto da gente qualunque, studenti, due bambini, una trentina di liceali e svariati microfoni che girano per lo studio. Si comincia. Clima rilassato, piacevole conversazione tra esperti di confucianesimo, capisco un buon 75% di questo cinese veloce e senza sconti, parlato da gente di diverso rango e provenienza, per fortuna anche il peggior dei dialetti si fa capire, peccato non poter capire di più, la discussione è davvero interessante e non proprio campata per aria. Seguo il dibattito con l'indice sotto il naso e la barba sfatta da finto intellettuale di sinistra. Improvvisamente la conduttrice (sui quarant'anni bellissimissima e affascinantistizzante, lo ricordo) fa: "Abbiamo in studio anche degli studenti stranieri di lingua e cultura cinese... per esempio ce n'è uno dall'Italia, si chiama Daiyiwei". Sento il mio nome (cinese) e vedo apparirmi un microfono sotto il nasone, la mia immagine sugli schermi. "(Porca merda... le avevo detto che non volevo domande...!!) ... Ccciao a tutti...". "Daiyiwei, cosa spinge un'italiano a interessarsi di Confucio?". "(Vai, questa l'ho capita e la so)... Sono interessato alla cultura cinese, per questo mi sono da subito occupato di Confucio". "Ci diresti una massima di Confucio a piacere nella tua lingua e poi ce la spieghi in cinese?". "(merda merda merda)... Certo... allora... ehm... Il maestro non parlava di spiriti...". Silenzio. "Significa che Confucio non si occupava di divinità..." comincio a spiegare e subito parte un coro si ragazzini che recita la massima in cinese antico, massima che io mai mi sarei ricordato in cinese antico. Penso di aver superato l'esame, cerco qualcuno a cui lanciare il microfono, puntuale la presentatrice mi fa una domanda, non capisco la parola chiave, o meglio non la conosco, la gentile (nonché bellissimissima e affascinantistizzante) presentatrice mi spiega la domanda con altre parole, praticamente vuole sapere cosa ha suscitato in me Confucio, se mi ha dato una brio di virtù e spirito sociale. "(Ma che cazzo di domanda è... abbia pietà di me signora... io non ci volevo venire qui... è tutta colpa di quell'indiano che sta seduto alle mie spalle)... Vedete, a dir la verità il confucianesimo non ha molto a che vedere con la nostra cultura e tradizione. Non ho molto nei confronti del confucinesimo se non interesse. E mi resta assai difficile da comprendere a fondo". "Nonostante questo vai avanti nei tuoi studi". "Esatto". "Grazie al nostro amico italiano. Ed ora...". Passo il microfono più in fretta possibile proprio in tempo per vedere la mia faccia rossa come un peperone sugli schermi. Stavo per morire d'infarto. Per così poco. Tra la bellissimissima e affascinantistizzante presentatrice e le domande volte a mettere in ridicolo il cinese parlato da un nasone occidentale il cuore mi scoppiava dalle orbite. Posso morire per molto meno. Ma non orgoglione della mia performance. Il dibattito è andato avanti per tre non stop, sempre più acceso e interessante. La cosa più bella è che il tempo dato a disposizione al pubblico per una semplice opinione da "persona qualunque" è stato di gran lunga superiore a quello dati agli specialisti del settore. E i tanti "nessuno" dicevano cose tutt'altro che banali o noiose. Botta e risposta mediati dalla preparatissima conduttrice sui quarant'anni. Altro che Ada D'Eusani o come minchia si chiama... come un Anno Zero dove Santoro lasci parlare soprattutto il pubblico invece che i politici ospiti. Accanitissimi i liceali, che sputavano in faccia ai docenti universitari la loro frustrazione contro una tradizione confuciana che li vuole sotto pressione, al servizio dei padri e costretti allo studio per una loro presunta soddisazione personale. In particolare mi ha stupido un ragazzino sui 14 anni, parlava da adulto nella forma e nel contenuto, aveva in corpo tutta la rabbia dei miei 16anni da ribelle visionario che non scende a compromessi. E poi sono anche usciti fuori temi quali Rivoluzione Culturale e Taiwan. E poi due bambini di 7-8 anni che conoscevano a memoria un sacco di massime di Confucio. E poi un po di orgoglio cinese e nazionalismo. E un dottorando indonesiano che ha tirato fuori Lenin. E il 76esimo discente di Confucio che firma autografi e fa la star in America. E la bellissima conduttrice che se ne è uscita con grande saggezza e civiltà ad incularsi una donna che non rispettava la fila per parlare al microfono... Sono rimasto davvero colpito da questa esperienza. Ne avevo bisogno, ultimamente i miei attacchi di xenofobia e presunta superiorità culturale occidentale si facevano sempre più forti...
Viva Woham! Evviva Confucio! Evviva il libero pensiero!

10 Comments:

At 3:03 PM, Blogger Unknown said...

sei borghese.....arrenditi!!!

 
At 6:04 AM, Anonymous Anonymous said...

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At 2:42 PM, Anonymous Anonymous said...

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At 9:16 AM, Anonymous Anonymous said...

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At 9:47 AM, Anonymous Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie

 
At 10:16 AM, Anonymous Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie

 
At 10:16 AM, Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

 
At 5:53 AM, Anonymous Anonymous said...

molto intiresno, grazie

 
At 5:54 AM, Anonymous Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie

 
At 6:17 AM, Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

 

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