Thursday, March 08, 2007

La lettura di libri dà dipendenza

Passano le estati. E passano gli inverni. Poi le estati di nuovo. E nuovamente gli inverni e così via...
L'Università di Macerata ha organizzato in questi due giorni una conferenza sui rapporti tra la Chiesa e la Repubblica Popolare Cinese. Presenti come ospiti, organizzatori e/o relatori molti docenti di università, istituti e fondazioni cinesi ed italiane, diversi esponenti della Chiesa e seminaristi cinesi. Più che una conferenza, secondo il mio umilissimo parere, sembrava un comizio della Democrazia Cristiana, ma ha comunque tirato fuori punti e spunti interessanti sul tema, dal punto di vista storico e storiografico.
Io resto comunque dell'opinione che, tolti i problemi di ordine culturale, ideologico e storico che ci sono tra il Vaticano e la Cina al giorno d'oggi (tra l'altro esiste un solo stato in Europa che ha l'ambasciata di Taiwan, cioè che riconosce Taiwan come entità a parte e nazione indipendente: il Vaticano), un grosso motivo di attrito è semplicemente (spero non troppo) che la Cina non permette al Papa e al Vaticano di avere quell'ingerenza e arroganza politica che invece ha in occidente e soprattutto ahimè in Italia.
Nel tardo pomeriggio sono invece andato ad un altro appuntamento, la presentazione di un libro di Berni su alcune bizzarrie bibliografiche; interveniva, fra gli altri, Oliviero Diliberto. Masticando pizza e cipolla mi dirigo nei pressi dell'università di filosofia (sede dell'incontro) e noto fuori dall'ingresso una macchina della polizia, tre agenti e dieci ragazzi (più una ragazza) con delle bandiere di Azione Giovani che cantavano "chi non salta comunista è" e lanciavano slogan contro Diliberto. La sala dove si teneva il dibattito era piena zeppa di gente, moltissimi giovani, quasi tutti maceratesi. I relatori hanno parlato di censure, ricerche bibliografiche, libri moderni e libro di Berni in particolare, poi Oliviero ha citato un intellettuale ebreo "chi brucia libri prima o poi finisce per bruciare persone". La storia ha dato ragione all'intellettuale ebreo.

"La lettura di libri dà dipendenza, e noi da antiproibizionisti accogliamo questa dipendenza" Diliberto

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