Tuesday, April 09, 2019

Incazzature domenicali.


Un'incazzatura simile per motivi calcistici non mi prendeva da tempo. Difficile accettare la decisione arbitrale, difficile andarsene accettando il risultato. Che, poi, ci sta anche non vedere un fuorigioco come quello a tre minuti dalla fine, ma non ci sta e non ci può stare perdere con una umilissima squadra di una umilissima frazione di un umilissimo comune del maceratese. Perché la Maceratese in questi campi non dovrebbe giocare mai. E, se giocasse, non potrebbe che vincere con una quarantina di goal di scarto, come si fa nelle partite di allenamento con squadruccie di categorie di gran lunga inferiori. Che disdetta! E con chi prendersela? Boh, col primo che capita. Con quel palo, che probabilmente ancora vibra? Con quei ragazzi (una netta minoranza, direi) che non danno anima e corpo nei 90 minuti per la casacca che indossano? Con il mister, criticato dalla prima partita all'ultima? Con la tifoseria nostrana, magra in trasferta come all'Helvia Recina? Con quella rete da prendere a morsi, che divide il campo di gioco dalle gradinate come neanche i campetti delle parrocchie? 
Il frate al bar, la campagna a perdersi, i fumogeni della tifoseria locale. Sembra una portata per il culo, una sconfitta inaccettabile. Come un film, uno scherzo, dove aspetti solo qualcuno che ti dica: "Sorridi, sei su candid camera!". Invece non è arrivato nessuno. Solo tensione alle stelle e tutti a casa a testa bassa e pugni chiusi. 
Che, oltretutto, domenica prossima c'è il derby con l'Ancona per la finale di Coppa Italia. Speriamo sia una bella giornata. Una bella giornata per prendere una diffida.

p.s. Per chi non lo sapesse, per gli sprovveduti, per i tifosi occasionali, per le femministe e gli attivisti dei diritti umani: la lotta al sessismo non è di casa negli stadi.

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