La creazione a tavolino dell’immigrato "perfetto"
"perle di giornalismo gioiosamente irresponsabile di cui è ricco il lungo articolo che Azzurra Noemi Barbuto dedica al cinese “immigrato perfetto”, perché “si fa i fatti suoi, sgobba e non rompe le scatole”. L’immigrato cinese, infatti, “non viene in Italia con la pretesa di essere mantenuto, bensì con il proposito di faticare; non si aspetta di ricevere una sistemazione in albergo nonché vitto ed alloggio, ma si accontenta di una brandina a sue spese; non ci impone i suoi costumi e rispetta i nostri; non mira a convertirci all’ateismo o al buddhismo o al taoismo; non violenta le fanciulle, non si balocca dalla mattina alla sera sulle panchine, non distrugge i nostri simboli sacri, non strappa il crocifisso dalle aule scolastiche, non bighellona per le strade, non ruba, non impoverisce le casse del nostro sistema previdenziale sfruttando a suo piacimento le leggi di welfare, non si lamenta se non ha il wi-fi gratuito”. Questo perché, sostiene Barbuto, “secoli di collettivismo hanno temprato i musi gialli, educandoli al sacrificio e all’operosità, abituandoli al rispetto delle regole e del prossimo, inteso come ingranaggio di un organismo unico di cui ognuno fa parte”. Libero è forse l’unico quotidiano a tiratura nazionale in Europa che possa permettersi l’uso di dispregiativi “francamente razzisti” di questo calibro senza temere censure o denunce da parte di authority nazionali preposte alla tutela delle minoranze (inesistenti) o organismi di sorveglianza contro la xenofobia nei media (inerti o inefficaci)."
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